Maria De Filippi regna in tv perché sa cosa vogliamo

«Una volta Maurizio Micheli metteva in scena Mi voleva Strehler, oggi sarebbe più adatto Mi voleva Maria». Giovanni Benincasa racconta il dominio mediatico di Maria De Filippi così. «Ha un potere di chiamata fortissimo, nessuno si rifiuta di andare da lei» continua lo storico autore Rai. Eppure, stavolta, sarà lei a raccogliere “la chiamata” dell’amica Francesca Fagnani, padrona di casa a Belve, dopo aver ospitato a sua volta la giornalista ad Amici. Un’altra sfaccettatura da raccontare, un altro pubblico da conquistare. Per capire la portata del fenomeno, però, vale la pena tenere d’occhio anche i numeri. La padrona nell’ombra di Canale 5 sta sbancando l’auditel: i suoi programmi lasciano la tv pubblica senza fiato, mettendo in difficoltà anche format consolidati come Ballando con le stelle e Mara Venier. Ma la cavalcata della valchiria di Mediaset è cominciata in estate, quando Temptation Island ha conquistato un’Italia televisiva sdraiata sulle repliche della Rai. Che il reality show delle corna raccogliesse davanti alla tv schiere numerosissime di telespettatori non era un segreto neanche nelle ultime edizioni, ma il tocco magico di “Queen Mary” è continuato anche in autunno. A Viale Mazzini contavano sul ritorno della coppia d’oro Milly Carlucci-Mara Venier, ma entrambe si sono schiantate contro l’impero della Fascino, la società di produzione partecipata per metà da De Filippi e per l’altra da Rti, a sua volta di proprietà di Mediaset. Fascino produce un range di programmi che copre praticamente la totalità del pubblico di una rete generalista. Alcuni sono format acquistati dall’estero, altri ideati in casa, ma hanno un minimo comun denominatore: piacciono da pazzi alla fascia d’età di riferimento. Per i giovanissimi c’è Amici, in onda da venticinque anni, fucina di talenti che spesso hanno fatto strada arrivando a calcare anche il palco di Sanremo, diventato a sua volta teatro accogliente anche per De Filippi stessa. E poi, Temptation Island, il grande classico pomeridiano Uomini e donne e, per il pubblico più maturo, C’è posta per te e Tu si que vales, che al sabato sera sta provocando parecchi mal di pancia in Rai. Per altro, tutti programmi condotti da “Maria”, con l’eccezione del format sull’infedeltà. Sono anche le mille sfaccettature di quella che una volta era la responsabile di un ufficio legale di una società di videocassette la grande forza di De Filippi, racconta chi conosce bene la tv. Autrice, produttrice ma anche conduttrice, con una presenza scenica diversa da quella di tante colleghe, ma soprattutto padrona dei silenzi. Nel suo modo di tenere il palco, la pausa è diventata una signature move, a volte maieutica nei confronti dell’ospite che sta per raccontare la sua storia, ma gestita così bene da tenere comunque il telespettatore attaccato allo schermo. Fuga da Rai e Mediaset: la tv non capisce più il sentiment dell’Italia Talento Qualcuno arriva a definirla rabdomante della tv, Benincasa parla di «unico brand personale della tv italiana». De Filippi sembra capace più di altri di comprendere prima ancora del pubblico stesso i suoi desideri. Per altro, impacchettandoli in formule al passo con i tempi: per dire, l’idea di produrre un reality registrato e montato come Temptation fino a pochi anni fa sarebbe stato un grave passo falso. Ci avevano pensato anche per una prima versione dell’Isola dei famosi all’inizio degli anni Duemila, ma in un tempo in cui la diretta era tutto per un programma l’esperimento si era rivelato un fallimento. Nel frattempo, però, l’approccio multipiattaforma e la domanda di programmi confezionati hanno cambiato tutto. Una questione di talento e di fiuto, insomma, in parte appresi anche al fianco dello storico compagno Maurizio Costanzo, con cui ha lavorato a lungo. Coltivando la stessa capacità di parlare a tutto il pubblico, dalla nonna a suo nipote, che aveva l’inventore del talk show e che riusciva a mettere in scena in programmi come il Maurizio Costanzo Show, Bontà loro e Buona Domenica: «Che negli anni Novanta il controllo editoriale di Mediaset nei fatti fosse in mano a Costanzo e De Filippi non è un mistero» racconta chi ha familiarità con il Biscione. Non appare neanche casuale che in un’intervista del 2019 a Repubblica, quando Barbara D’Urso era in uno dei momenti più alti della sua traiettoria televisiva con Live-Non è la D’Urso, la conduttrice aveva confidato che a De Filippi invidiava solo una cosa: «Un marito saggio come Maurizio Costanzo». Squadra Ma la simbiosi tra la famiglia Berlusconi e la Fascino non è tramontata né con la morte di Silvio né con quella di Costanzo: Pier Silvio continua infatti ad acquistare in blocco i programmi finiti e confezionati di De Filippi e a lei lascia carta bianca. Non solo, alla Fascino è stato affidato il debutto in prima serata di Silvia Toffanin, conduttrice di Verissimo e moglie del secondogenito, in onda con This Is Me, dove compariva affiancata proprio da De Filippi. Se si chiede in giro della ricetta magica all’origine del successo dei suoi programmi, tutti citano l’autonomia totale della sua azienda – l’unico che aveva immaginato qualcosa di simile, anche se in scala molto minore, è stato Fabio Fazio, che negli anni Dieci si era creato la sua società di produzione – e una squadra granitica. Il nucleo originario, tutto al femminile, è quello formato dalla regista Sabrina Gregoretti e Betty Soldati, a lungo al fianco di Antonio Ricci, che gestisce la comunicazione di “Maria”. Per altro, soprattutto negli ultimi tempi, con una grande attenzione alle performance (vittoriose) di Tu si que vales contro Ballando con le stelle, dove concorre anche quella che per un periodo era l’unica conduttrice che poteva aspirare a una rivalità vera con De Filippi dentro Mediaset, D’Urso. Certi hashtag come #byebye e #migliorrisultatodelprimetime non sono sfuggiti a chi osserva il profilo Instagram di Soldati. Amministratore delegato della Fascino è il fratello di De Filippi, Giuseppe. In primavera si è anche aggiunto un innesto dalla tv pubblica con lo sbarco di Federica Lentini, storica numero due di Stefano Coletta quando era direttore del Prime time e mente organizzativa di Sanremo fino a quando in azienda governava Carlo Fuortes. Poi, il bacio tra Fedez e Rosa Chemical e la foto di Galeazzo Bignami strappata in diretta dal palco hanno fatto il resto e il nuovo direttore del Prime time ha scelto di affidare la gestione del festival a un altro vicedirettore. Incubo Gerry Scotti: la Rai non ha antidoti al boom di Canale 5 L’altro aspetto che molti di quelli che lavorano in tv tirano in ballo parlando della Fascino è la capacità di attrarre giovani talenti che poi rimangono in squadra: ma De Filippi tiene lo stesso approccio anche per i suoi “talent”, che spesso dai reality poi approdano negli altri programmi della galassia Mediaset-Fascino diventando veri e propri personaggi televisivi. Due su tutti, i turbolenti avvocati Sonia Mattalia e Alessio Loparco, già sbarcati nelle ultime settimane nientemeno che a Verissimo dopo Temptation Island fidelizzando ulteriormente il pubblico. Fare fronte alla corazzata Fascino è difficile, dalla prospettiva di viale Mazzini. Qualcuno parla di un gioco a perdere: da un lato, il servizio pubblico non può far suoi format al limite o ben oltre il confine del trash come Temptation Island, né può pensare di affidare a una società esterna un volume di programmi di peso come quello che maneggia “Maria” «perché a quel punto la politica chi la sente», dall’altro continuando a puntare su trasmissioni consolidate non ha alternative da mettere in campo contro la regina di Canale 5. E poi, i condizionamenti delle strutture limiterebbero pesantemente la libertà completa a cui è abituata De Filippi. «È un sogno proibito, ma è irrealizzabile» confessa qualcuno. «Più probabile che la Rai recuperi tutti i diritti per trasmettere il calcio», taglia corto Benincasa.