È stato l’ultimo magistrato italiano a cadere vittima del terrorismo politico. Dieci giorni prima di essere ucciso aveva detto: «Sto arrivando alla visione di una verità d’assieme, coinvolgente responsabilità ben più gravi di quelle stesse degli esecutori materiali degli atti criminosi». Il libro Il nero dei giorni, autore Mario Di Vito, giornalista del Manifesto, cerca di riprendere in mano quella «verità d’assieme» a cui il magistrato stava giungendo
È stato l’ultimo magistrato italiano a cadere vittima del terrorismo politico: dopo Mario Amato, ucciso il 23 giugno 1980 a Roma alla fermata dell’autobus sotto casa dai Nuclei Armati Rivoluzionari, i suoi colleghi (da Costa a Caccia, da Chinnici a Scopelliti, fino a Falcone e Borsellino) sarebbero stati assassinati da organizzazioni criminali come mafia e ’ndrangheta. Aveva 45 anni, il sostituto procuratore Amato, quando con un colpo di pistola alla nuca venne ucciso da Gilberto Cavallini, che



