- Questa natura “meta”, e autoironica, del nuovo Matrix è ciò che gli fa meritare d’esistere. Noi che eravamo al liceo quando uscì il primo capitolo gongolavamo, a fine proiezione, per questo lunghissimo bagno di giovinezza. Era tutto passato, il presente non esisteva più.
- Matrix Resurrections è un film per molti versi sbagliato ma per niente brutto, ma – ed è quello che m’importa di più, che m’ha colpito di più guardandolo – è un film che risponde all’urgenza cieca del nostro tempo di semplificare.
- C’entra anche l’ultimo Spider-Man, in questa spericolata analisi del presente che non esiste se non in una forma di inevitabile riduzione, di necessaria semplificazione.
L’altra sera, coricatomi a letto, finivo lo spedito libercolo del sommo Werner Herzog appena uscito per Feltrinelli, Il crepuscolo del mondo, e mi annotavo questa frasetta piazzata in fondo: «Dove inizia ciò che è tangibile, reale, e dove comincia il ricordo che ne conserviamo?». E un altro passaggio che veniva subito dopo: «I milioni di passi compiuti lo avevano convinto che il presente non esisteva, non poteva esistere. Ogni suo passo era già il passato, e ogni nuovo passo il futuro. […] Dov’



