Praticamente stanno appresso a sto tombino da due giorni, fanno un rumore come se tagliassero qualcosa, ma sono 48 ore che fanno lo stesso rumore e mi dico che cazzo tagliano da 48 ore visto che non è che c’è una foresta sotto casa mia, c’è una panchina, un gelataio e sto cazzo di tombino che francamente anche se non c’era non è che soffrivo. Allora li guardo, tutti impegnati, manco ci trovassero le tartarughe ninja sotto. Ma poi anche se ci fossero le tartarughe ninja, quanti anni c’hai porca troia? Sono due miei coetanei tipo, trent’anni l’uno.

Voglia di litigare

Uno più magro si vede che gli piacciono ancora i cartoni animati e compra sta rivista di videogiochi Giochi Per il Mio Computer, che non la vendono più dal duemilaedodici ma lui riesce a trovarla lo stesso e c’ha le carte Magic che gli escono dappertutto. L’altro è quello più grosso, che tendenzialmente è una qualità che apprezzo nei ragazzi, poi non me ne frega, alla fine se uno è sensibile questo è l’importante, poi se è grosso e sensibile meglio, però se deve entrare in un tombino è molto più complicato, quindi mi sa che ci entra solo l’altro, che è una bella scusa per non fare un cazzo e tagliare robe a caso facendo sto rumore tutto il giorno.

Allora mi innervosisco a tal punto che tutte le frustrazioni della mia vita passano in secondo piano, onestamente: talmente tanto in secondo piano che mi chiedo se non mi faccia bene alla salute sto rumore del cazzo.

Ci penso un po’, ma decido di scendere lo stesso a litigare, purtroppo c’ho uno sfogo di acne quindi prima mi metto del fondotinta sulla faccia perché uno dei due è sicuramente grosso e l’altro è probabilmente sensibile e io c’ho sti brufoli che dovrebbero essermi passati dieci anni fa e invece, per un problema di karma, perseverano sotto spoglie diverse, a volte cistiche, a volte semplicemente dei rossori diffusi come un tramonto, che è una cosa poetica se non facesse schifo.

Così, pronta a combattere, a sfoderare il mio pokémon contro il ragazzo più debole, caricata a molla come se nella mia vita non fossi mai entrata in un supermercato, con quelle luci al neon di merda che mi fanno vedere tutti i brufoli e le cicatrici, come se non avessi mai mangiato in un bar, ma mi fossi nutrita solo di anfetamine e integratori di ferro e potassio per sempre, sono carica che faccio paura a me stessa per la potenza, la forza che sprigiono.

Madri e focaccine

Allora appunto arrivo giù tutta carica e chi cazzo ci trovo? Mia madre che si sta lamentando del rumore. È così aggressiva che sinceramente se fosse mia figlia invece che mia madre e quindi avessi i soldi che ha mia madre, sinceramente la spedirei subito in collegio. Ma si può essere più stronze? Ma poi, soprattutto, si può essere più stronze di me che volevo vivere a San Francisco e invece vivo di fronte a casa di mia madre?

Comunque mia madre si lamenta a voce alta con i ragazzi, è facile lamentarsi quando non sai niente di tombini, arriva con sto cagnolino che sembra un tossicodipendente ma lei si ostina a dire che l’ha preso in un rifugio, invece secondo me non ha capito un cazzo ed era una comunità per cani tossici, e lui abbaia, lei si incazza, ma nessuno dei due sa cos’è un tombino, che forse questi due ragazzi, questi eroi, ci stanno salvando da un’ondata di merda che potrebbe coprire il mio primo piano da un momento all’altro. Allora le dico che si deve calmare. Mi chiede se sono scesa apposta, io le rispondo che sono scesa perché stavo andando a comprare delle focaccine in via Fanti prima di cominciare il turno.

Ora che ci penso il rumore sinceramente non è che mi desse proprio fastidio, cioè dà fastidio alle rompicoglioni come mia madre mentre io avevo semplicemente fame. Allora, questo posto della focaccia è molto famoso a Milano ma nessuno sa perché visto che la focaccia è sempre esaurita e cercano di venderti degli arancini che stanno lì da tre giorni con dentro la mozzarella che è diventata di cera.

Il mio karma

Tendenzialmente direi di no, cioè direi di no ad altri prodotti da forno, che ne so i il pan carré, ma a questo arancino che non verrà mai scelto se non da me, che sembra già consapevole e tondo del suo destino, è come dire di no a un panda, cazzo faccio?, alla fine lo prendo, di nuovo. Io ho le prove dermatologiche di avere un karma sporco, però mi chiedo se qualcuno queste cose le vede, se vengono contate.

Tipo che poi prendo la metro fino a Crocetta e c’ho davvero voglia di sedermi, ma mi sembra siano tutte incinte quindi alla seconda volta che mi alzo per far sedere una tipa e un feto, decido di stare direttamente in piedi, speriamo almeno non nascano stronzi. Io le faccio spontaneamente queste azioni, però ovviamente mi piacerebbe che venissero accumulate e in qualche modo convertite.

La tipa incinta, le sto più o meno a un centimetro, mi guarda, le respiro addosso. Le chiedo se le do fastidio, che comunque se mi avesse risposto di sì mica potevo disintegrarmi, la metro è piena, non è che mi diverto a stare tra le cosce di una donna incinta, mi fa anche un po’ impressione senza offesa, sia la cosa di starle tra le gambe, sia la cosa di essere incinta, che è normale perché sono ancora piccola, a trent’anni si cercano i ninja nei tombini, si litiga con mamma.

Faccio un turno di sei ore al Teatro Carcano e poi mi scrive questo tipo che sto frequentando che è simpatico ma non è che mi sia mai sembrato un genio, va beh ok è grosso, allora mi scrive e mi dice che è sceso a Missori e io gli dico dovevi scendere a Crocetta e lui mi fa eh lo so, e basta. Non scrive nient’altro. Quindi che facciamo? Devo chiederglielo io? Voleva scopare anche lui? Scrivo se vuole che gli vada incontro e lui mi dice di sì. Cammino per sbaglio nella direzione opposta, già che ci sono torno a casa.

È molto silenziosa di notte la mia via e non riesco a dormire, anche mia madre ha la luce accesa.

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