Si era in pieno revival anni Ottanta e tutto era esplicitamente o implicitamente riferito a quel tempo, le feste erano anni Ottanta, ma pure gli abiti e i portachiavi e gli spazzolini da denti. L’uomo, che pure aveva vissuto la sua giovinezza in quegli anni, non dava molto peso alle mode, almeno finché non sentì suonare il suo vecchio telefono fisso (molto anni Ottanta) che ormai non squillava quasi più, se non a causa di qualche molesto call center. Perciò rispose pronto a interrompere subito la comunicazione.

«Buongiorno la chiamo da Variety», disse una voce briosa.

«Da dove mi chiama?».

«Dal suo negozio di videonoleggio».

L’uomo cadde dalle nuvole: «I film li guardo alla tv, non mi faccia perdere tempo».

«Ma come? Lei è uno dei nostri più affezionati clienti, e la sua tessera è una delle prime che abbiamo fatto, giugno 1986».

«Che cosa desidera?», tagliò corto l'uomo.

«La chiamo per un ritardo nella consegna del film C22, Ritorno al futuro».

«Come ha detto, scusi?».

«Ci risulta un suo noleggio della videocassetta al 31 dicembre 1989. Il film non è mai stato restituito».

«Ah, e quindi?».

«Sa, magari con le feste di Natale di mezzo poi si è dimenticato di riportarlo. Può succedere».

«Ho capito, ma quindi?».

«Tutte quelle abbuffate e tombolate. Uno non fa in tempo a riprendersi che arriva capodanno, e poi come se non bastasse la Befana!».

«Ho ben presente come funzionano le festività natalizie. Quindi?».

«Quindi cosa?».

«Per il noleggio».

«Ah sì, certo! Visto che oggi è il 31 dicembre 2020, sono esattamente 31 anni di ritardo. Sarebbero 11.315 euro (un euro al giorno) ma considerato che lei è un cliente storico le abbiamo fatto un prezzo forfettario, abbiamo deciso di chiudere la pratica a 10.000».

Isolati di nuovo

L’uomo si sentì le gambe molli e per un istante si ritrovò in piena adolescenza, quando i ritardi nella consegna dei vhs si sprecavano, e anche solo slittare di uno o due giorni, per non dire di una settimana o più, equivaleva a un disastro finanziario.

«Mi presenterò in negozio col mio avvocato», disse alla fine, prima di attaccare.

Davanti a lui una ragazza dall’aria annoiata si fece esplodere una gomma da masticare sulle labbra. «Chi era?».

«Degli scocciatori».

«Devono averti scocciato parecchio. Hai una faccia».

«Che faccia ho?».

«Come di uno che ha visto un fantasma».

L’uomo ci pensò e in fondo era vero. Perché gli anni Ottanta lo tormentavano così? Perché erano tornati a chiedere il conto?

Il giorno scivolò subdolamente nella sera: un capodanno in lockdown, col divieto governativo di uscire per strada anche solo per sparare un mortaretto, se glielo avessero detto non ci avrebbe creduto.

«E ora che facciamo per tirare fino a mezzanotte?», chiese.

La ragazza stravaccata sul divano si stappò l’ennesima birra. «Che ne dici di un vecchio film?».

L’uomo si ricordò di Ritorno al futuro. In fondo quel capodanno anni Ottanta di 31 anni prima non era stato molto diverso dall’attuale: l’adolescenza ti fa odiare e amare le feste nello stesso tempo, e quella sera aveva prevalso l’odio.

Si era rintanato nella sua cameretta e, senza saperlo, aveva emesso lui stesso il decreto legge per il suo isolamento esistenziale.

L’uomo andò nello sgabuzzino e tirò giù dagli scaffali una scatola impolverata con su scritto: anni Ottanta. La cassetta di Variety era proprio lì, insieme al videoregistratore e a qualche floppy per il Commodore 64, una maglietta dei Los Angeles Lakers numero 32 e un gagliardetto del Milan di Mark Hateley.

Essere ragazzi

La ragazza, che era nata negli anni Novanta, sgranò gli occhi quando vide l’uomo armeggiare nei paraggi della televisione.

«Quella che roba è?».

«Un videoregistratore».

«Tipo un lettore dvd?».

«La sua versione anni Ottanta. Ora ti farò fare un’esperienza unica».

Messi a posto i cavi, l’uomo infilò la cassetta vhs nello sportello e premette il fatidico play. La visione, dopo qualche estenuante secondo d’attesa, cominciò.

«Se non mi piace interrompiamo, ok?», protestò la ragazza.

L’uomo sghignazzò. «Mica era semplice come oggi cambiare. Dovevi tornare al videonoleggio, metterti a discutere, pagare la cassetta…».

La ragazza parve rifletterci mezzo secondo: «Ma insomma erano belli come dicono questi anni Ottanta?».

«Ci sono stati un sacco di casini, il capitalismo senza freni, il terremoto dell’Irpinia, l’attentato al papa, il crollo delle borse, l’esplosione della centrale nucleare di Černobyl', ma sì erano bellissimi».

«E perché erano bellissimi se c’erano tutti questi casini?».

«Perché ero un ragazzo».

Ritorno al futuro

Finirono e commentarono il film (che risultò indubbiamente molto anni Ottanta, manco a dirlo).

Arrivò la mezzanotte con i suoi scoppi di gioia e vane speranze. L’uomo e la ragazza brindarono. Poi fecero l’amore e si addormentarono.

Passò qualche giorno.

L’uomo non smetteva di pensare al suo debito neppure nell’anno nuovo. 10.000 euro, che roba. Forse gli avevano fatto uno scherzo di cattivo gusto?

Appena riaprirono i negozi, preso dalla paura ma anche dalla curiosità, volle passare davanti a Variety. Si ricordava perfettamente la strada per arrivarci: quante volte l’aveva percorsa, trafelato ed eccitato, smanioso di beccare il film più bello della storia, quello che gli avrebbe rivelato il senso della vita.

Giunse all'indirizzo, ma del negozio non c'era più traccia. Al suo posto sorgeva un noto esercizio di telefonia mobile, che proponeva abbonamenti molto vantaggiosi per celebrare il nuovo anno.

Siccome l’uomo s’era imbambolato davanti alla vetrina, da dentro lo apostrofarono: «Le interessa la promozione? Paga ogni mese con addebito automatico sulla carta! Su non faccia il timido, benvenuto nel futuro!».

 

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