“Terzo paradiso” significa l’unione tra il paradiso naturale e il paradiso artificiale. Il primo è simbolicamente rappresentato in un cerchio, il secondo nel cerchio opposto. Essi si connettono nel cerchio centrale per creare insieme un terzo elemento che prima non esisteva. Questo triplo cerchio infatti è il simbolo-formula della creazione. Non è una verità ipotetica, non è un dio fittizio, è una fenomenologia riguardante l’esistente, verificabile scientificamente. Oltre che formula della creazione è anche simbolo di equilibrio e armonia. Il nostro obiettivo è quello di creare il terzo stadio dell’umanità, che ho chiamato “terzo paradiso”.

Salvare il mondo

La Terra è la nostra sopravvivenza. Noi umani siamo diversi da ogni altro essere esistente perché sappiamo pensare. Il pensiero ci ha portati a creare un mondo artificiale spinto ormai alle estreme conseguenze. Questo mondo, oltre a offrirci grandi benefici, ci conduce verso un insensato degrado.

Basta guardare alla speculazione finanziaria che ha assunto proporzioni abnormi: ha trasformato la realtà del lavoro in una vana chimera. Stiamo già usando i profitti di ipotetiche attività produttive delle prossime generazioni. Contemporaneamente si fa profitto con le guerre distruggendo interi paesi per poi far guadagno sulla ricostruzione. Questa è una mostruosità creata dal genere umano. L’economia dovrebbe invece imitare la natura nella quale tutto nasce, muore e rinasce continuamente con un equilibrio dinamico tra conservazione e rinnovamento.

Un bosco è apparentemente sempre uguale, ma dentro tutto cambia. L’essere umano, invece, taglia il bosco e crea il deserto. E ancora, crea deserto e alluvioni con l’estrazione e l’uso di materiale fossile, che alterano la biosfera. Per la nostra sopravvivenza dobbiamo trovare un equilibrio tra le attività umane e la natura. Il progetto mondiale dell’Onu sulla sostenibilità deve esserci da guida. Attualmente, a livello globale, si sta lavorando molto bene in questa direzione con la produzione di energia elettrica solare, nonostante alcuni paesi siano ancora restii a seguire questa via dell’utilizzo di energia pulita e continuino con quella fossile.

Una responsabilità umana

Può darsi che fra 100 anni l’umanità sarà scomparsa o che esisterà sotto forma di robotica, ma questo non si può sapere. So soltanto che in questo momento sono molto arrabbiato, perché nessuno mette in luce il problema fondamentale dell’eccessiva moltiplicazione degli esseri umani sul pianeta.

Noi abbiamo oggi una possibilità, attraverso la tecnologia, di lavorare fino a tarda età senza aver bisogno di usare i muscoli, quindi si possono limitare ai giovani le attività fisiche, ma nello stesso tempo pensare che non è più così grave invecchiare. Non è necessario morire presto per lasciare posto ai giovani. In realtà, basterebbe che nascessero meno persone per lasciar posto all’umanità.

Questo è di basilare rilevanza: bisogna che si smetta di pensare che noi bianchi rischiamo di essere in meno dei neri, i neri in meno dei gialli, i gialli in meno dei blu… possiamo essere tutti bianchi, neri, verdi, gialli, blu, marroni, non conta! Possiamo essere di una tonalità cromatica che non è ancora nata, data dalla mescolanza dei vari colori. E, se per caso un colore predominasse sull’altro, cosa mi importa? È sempre l’essere umano, a prescindere dal colore, ad avere la responsabilità del suo pianeta.


Michelangelo Pistoletto, artista pittore e scultore italiano, fra i maggiori protagonisti della scena artistica mondiale del nostro tempo ha vinto il Taobuk Award 2021. È un riconoscimento che Taormina Book Festival conferisce per la sua straordinaria carriera e l’inesausta ricerca artistica, con particolare attenzione alla sua più recente ispirazione, quella legata al progetto del terzo Paradiso. Così ha individuato un nuovo mito «che porta ciascuno ad assumere una personale responsabilità in questo frangente epocale».

Michelangelo Pistoletto riceverà il Taobuk Award sabato 19 giugno a Taormina, alle 18 a Palazzo Ciampoli, e sarà subito dopo protagonista di un dialogo magistrale sul tema “Nel mondo post-pandemico un nuovo equilibrio tra uomo e natura: il terzo paradiso”, dedicato all’esperienza del “vuoto’’ e delle cause che hanno originato la pandemia sino al concetto del terzo paradiso, attraverso il quale Pistoletto da oltre vent’anni spiega il bisogno impellente di un nuovo bilanciamento tra uomo e natura, anche alla luce dell’occasione che oggi si presenta per formare una nuova umanità. 

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