- Nel percorrere strade e luoghi della settimana del design milanese può capitare a volte di sentirsi spiazzati e interdetti, o meglio, poteva capitare in altre edizioni, perché nel settembre 2021 le proposte progettuali si dimostrano abbastanza omologate e tranquillizzanti.
- Una bellissima sorpresa viene dal pubblico del settore: che ha privilegiato negli acquisti l’arredamento, rispetto alle merci solitamente considerate più glamour.
- Il risultato è doppiamente interessante: da una parte un balzo di fatturato delle industrie italiane del mobile e dell’illuminazione su valori molto alti; dall’altra una rivalutazione della cultura dell’abitare come valore primario.
Nel percorrere strade e luoghi della settimana del design milanese può capitare a volte di sentirsi spiazzati e interdetti, di fronte alle invenzioni impreviste che un esercito di designer e industrie dispiega ogni anno tra Milano e il Salone del mobile a Rho/Pero. O meglio, poteva capitare in altre edizioni, perché nel settembre 2021 – dopo diciotto mesi di tira-e-molla per un appuntamento fondamentale per la cultura e l’economia – le proposte progettuali si dimostrano abbastanza omologate e t



