- Mentre Stefano si trovava al centro commerciale di Milanofiori, gli giunse un messaggio piuttosto importante. Il regista Dimitri Tempesta lo aveva invitato a cena
- Ci doveva andare e, soprattutto, doveva fare la sua bella figura con la gente che conta. Ma c’era un problema. Il centro commerciale, casa di Stefano e casa di Dimitri Tempesta erano i vertici di un triangolo grande quanto il capoluogo lombardo
- Questo racconto si trova sull’ultimo numero di FINZIONI – il mensile culturale di Domani. Per leggerlo abbonati a questo link o compra una copia in edicola
Il centro commerciale Milanofiori era un’esplosione di luce. Luminarie natalizie scintillavano intermittenti sulle pareti, attorno alle insegne dei negozi, addosso ai manichini e persino sulle malinconiche giostrine a gettoni inutilizzate. Dal vertiginoso soffitto vetrato si vedeva il cielo notturno che alle sette meno venti già sovrastava la città in un raggelante sabato invernale. Il viavai di famiglie, giovani e anziani, tra vetrine e scaffali saturi di sciocchezze dava l’impressione che non



