grande schermo nero

Il supereroe si adatta ai tempi bui e alla psiche fragile del pubblico

 

  • Stanno tutti su Facebook più che in sala, e su Facebook ordinano di andare in sala, perché in sala la famosa “esperienza del film” è più giusta, più bella
  • Il nuovo Morbius di Daniel Espinosa – storia del biochimico che viene infettato ma che, invece di diventare un pischello con la tutina rossa e blu che salva i cittadini impauriti, si trasforma in un torvo vampiraccio – è arrivato al cinema il 31 marzo.
  • Oggi il superhero (anche quando non lo è: Bruce Wayne non ha i superpoteri degli altri colleghi) funziona in quanto specchio del tempo.

“Che cos’è il cinema oggi?” è la domanda che si fanno tutti, vabbè: quasi. Se la fanno però moltissimo i pipparoli (pardon) che attorno al cinema bazzicano, scribacchiano, ancora sognano. Stanno tutti su Facebook più che in sala, e su Facebook ordinano di andare in sala, perché in sala la famosa “esperienza del film” è più giusta, più bella; lo ordinano, peraltro, ai loro stessi amici pipparoli, gli unici che in sala ogni tanto ci vanno ancora, magari per vedere opere somme come Licorice Piz

Per continuare a leggere questo articolo