Lo scrittore e giornalista spagnolo Javier Reverte, penna tra le più brillanti della letteratura di viaggio contemporanea, è morto oggi a Madrid all'età di 76 anni. L'annuncio della scomparsa è stato dato dalla famiglia, senza tuttavia precisare le cause del decesso.

Nato a Madrid nel 1944, ultimati gli studi universitari, Reverte ha intrapreso la carriera giornalistica e negli anni ha scritto per alcuni dei più importanti quotidiani spagnoli, a partire da "El Pais", principalmente come inviato e corrispondente dall'estero, girando i cinque continenti. Abituato a viaggiare per i suoi articoli, a partire dagli anni Ottanta Reverte si è imposto nel panorama della letteratura di viaggio, soprattutto con la Trilogia del Centroamerica (1986-89-92) e la Trilogia dell'Africa (1998-2000-2002).

In Italia Mondadori ha pubblicato il libro che è considerato la sua opera maggiore, Vagabondo in Africa (2000), che presenta un itinerario straordinario tra presente e passato nell'Africa nera: da Capo di Buona Speranza alle sorgenti del fiume Congo, sulle tracce di Joseph Conrad e dell'incancellabile eredità del colonialismo bianco, alla scoperta delle più affascinanti leggende del continente nero. Nei suoi libri Reverte ha riscoperto il passato africano e indagato sui paradossi dell'attualità, raccontando la fiera battaglia dei guerrieri zulu contro l'occupazione bianca e ha spiegato le origini del tragico massacro ruandese, esplorato le terre vergini dell'Africa centrale e illustrato con le parole la magia e l'eccezionale ricchezza del paesaggio naturale.

Reverte però è anche un riconosciuto autore di romanzi; dopo Venga a nosotros tu reino (2008) e Lord Paco (2009), nel 2010 ha pubblicato Barrio cero. Due anni più tardi è uscito Colinas que arden, lagos de fuego, resoconto di un recente viaggio in Africa.

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