- Il regime di Mussolini sviluppò una sua ecologia politica nella quale la mobilitazione della natura era funzionale alle narrative fasciste e agli interessi nazionali
- Il fascismo non si dimostrò particolarmente attento alle tematiche della conservazione ambientale: la mobilitazione della natura era una questione ideologica prima che scientifica o tecnica
- Non è un caso la proliferazione nel discorso fascista di battaglie di ogni tipo, prima fra tutte quella del grano, ma anche la battaglia autarchica e la bonifica, per tacere della guerra alle capre
Tra leonesse in gabbia e paludi prosciugate, motori a gasogeno e foreste elettriche, deserti in fiore e razze imperiali, il regime di Mussolini sviluppò una sua ecologia politica nella quale la mobilitazione della natura era funzionale alle narrative fasciste e agli interessi nazionali. Parlare di un’ecologia politica fascista non significa affatto immaginare una qualche sensibilità ambientalista del regime; di certo, il fascismo non si dimostrò particolarmente attento alle tematiche della co



