- All’interno del nostro «primo mondo», delle nostre società tecnologiche e consumistiche, la produzione e il consumo di immagini è continuo e insistente. Tale insistenza ha prodotto una sorta di tranquilla assuefazione.
- Questo è un errore. Il presente testo ritorna a interrogarsi sulla natura dell’immagine collocando quest’ultima all’interno dell’intreccio luce/sguardo/immagine.
- L’ipotesi che si propone può essere così formulata: il soggetto umano non è solo illuminato, come il semplice oggetto, ma è egli stesso luce, è egli stesso illuminante; lo sguardo è la luce con la quale egli illumina e va incontro alla realtà che gli viene incontro; frutto dello sguardo è l’immagine.
All’interno del nostro «primo mondo», delle nostre società tecnologiche e consumistiche, la produzione e il consumo di immagini è continuo e insistente. Tale insistenza ha prodotto una sorta di tranquilla assuefazione; così come non ci si interroga più sul consumo e soprattutto sul consumismo, analogamente si considera l’immagine, qualsiasi immagine, come una realtà del tutto ovvia e in fondo a-problematica. L’uso e l’abuso delle immagini sono vissuti come una sorta di inevitabile effetto colla



