- Inserita nella fascia di palinsesto dei Soliti Ignoti di Amadeus, la docufiction ha raccontato il percorso della squadra allenata da Roberto Mancini verso la fase finale del torneo che comincia stasera.
- Toni da trionfo raggiunto per un esito (la qualificazione a una fase finale) che fino a poco tempo fa sarebbe stato considerato minimo sindacale. Non di buon auspicio, vista la storia di una nazionale che ha dato il momento di sé nelle fasi di tensione massima.
- Si è assistito a un rischioso esercizio di ottimismo. Con Coverciano che “per la prima volta ha aperto le porte alle telecamere di una troupe televisiva”. In attesa di aprirle anche agli esattori dell’Imu.
La vita è sogno o i sogni aiutano a vivere meglio? Succede anche questo, nel tempo in cui lo storytelling impera e il calcio ha definitivamente ceduto gli argini alla netflixizzazione. Succede che vorresti occuparti di nazionale, parlare soltanto di cose di campo, e invece ti tocca fare i conti col malefico dilemma marzulliano. E verrebbe proprio da dire “speravo de mori’ prima”, ma meglio no perché allora davvero trionferebbe il principio “the fiction takes it all”. Sicché restiamo (e resistia



