- Ho scritto Viva il greco nel corso del 2020. Così ho reso quasi del tutto irrilevanti per me le limitazioni del lockdown.
-
Ho lavorato contro il dolore e contro la distruzione, rileggendo opere intere, meditando sulla lingua greca, traducendo passi di prosa e di poesia, e per la prima volta ho avuto la capacità di riconoscere che il greco è la lingua del confronto.
-
Ho scritto Viva il greco perché, ora come allora, sia come individui sia come società, abbiamo bisogno di reimparare l’arte delle differenze. L’io presuppone sempre un tu, e se il tu fisicamente manca, l’io lo ricava da sé, si sdoppia o raddoppia, e parla a sé stesso.
Il greco ci insegna che non possiamo fare a meno dell’altro
11 giugno 2021 • 09:11Aggiornato, 11 giugno 2021 • 09:19