«Molti cittadini si sentono come in esilio a casa propria», dice l’intellettuale ebreo spesso al centro di polemiche anche per le sue posizioni su islam e integrazione. «Se la Francia è un anacronismo, allora è un anacronismo prezioso»
- Il telelavoro è «un disastro», dice Finkielkraut, ma i giorni del lockdown sono stati preziosi per lui: «Un irreale momento di immobilità in mezzo a un’epoca irrequieta. Nelle città desolate abbiamo riscoperto il piacere del silenzio».
- Il suo amore per la Francia è innanzitutto amore per una cultura. «I filosofi illuministi hanno difeso l’esistenza di valori universali ma i romantici hanno insegnato loro che nessuno di noi è causa di sé stesso: tutti proveniamo da qualche parte».
- L’uguaglianza «è sicuramente un valore, ma oggi serve a negare ogni forma di gerarchia: a scuola quella fondamentale tra maestro e allievo, nella cultura quella tra l’alto e il basso. Tutto ormai è sullo stesso piano».