Il principe delle tenebre ha incarnato i dogmi dei metallari che lo avevano eletto a loro profeta. Così ha potuto ostentare, fino alla fine, la sua noncuranza verso qualsiasi altro genere musicale
«Ozzy Osbourne è morto. Era un grande artista, e io, da fan giovanile, lo cantavo nelle cantine romane, come si usava in quegli anni: beata gioventù. Sarai indimenticabile». Questo ricordo, condiviso sui social da Amedeo Minghi, racconta bene quanto sia trasversale il rimpianto per la sua scomparsa. In queste ore, i messaggi di cordoglio arrivano da ogni direzione, anche da chi non ci si aspetterebbe. La musica ha questo potere: si fonde con la memoria, attraversa le biografie, diventa parte di



