Ha ragione Laterza, le migliaia e migliaia di adolescenti che affollano le librerie non fanno notizia. Ma non è tutto perfetto. C’è molto da lavorare, ignorando però la facile scorciatoia del fatalismo e liberandosi dalla tentazione moraleggiante del piagnisteo
Nell’intervento pubblicato da Domani Giuseppe Laterza mette a fuoco un aspetto da cui occorre partire per ogni analisi intellettualmente onesta sulla presunta “crisi del libro”: l’eterno vittimismo italiano. Una sorta di tara antropologica che si manifesta nel deprecare compiaciuti il presente esaltando, con affettata nostalgia, l’inesistente eden del passato, affollato da fantasiose legioni di lettori e lettrici teenager. Niente di nuovo. O tempora, o mores: il rimpianto ciceroniano seduce irre


