All'apice del potere baudiano il critico dell'Espresso Sergio Saviane lo scriveva tutto attaccato e con la minuscola, pippobaudo, con sprezzo. Invece oggi l'addio al conduttore sembra coinvolgere il Paese in una emozione collettiva, lo rivelano gli ascolti televisivi e i numeri dei social. Ieri Baudo sembrava arrogante, ora ci appare come uno di casa, che chiedeva permesso prima di entrare. Forse un po' ipocrita, ma educato, civile, umanamente discreto
Inquadrata dietro vip e persone comuni, in fila al Teatro delle Vittorie, si scorgeva ieri una edicola con le serrande sbarrate. Quando chiuse, un anno fa, il 7 settembre, i proprietari salutarono i clienti con una locandina: «Dopo 63 anni di attività ricorderemo chi ci ha regalato un sorriso». Gli stessi decenni che ripassavano nel teatro, con le immagini proiettate nella camera ardente di Pippo Baudo. In bianco e nero, a salutare in apparenza un pezzo di Italia chiuso per sempre, come quell'ed



