Un’antologia ci fa capire come la nostra cultura non sia poi così distante rispetto a quella araba. Siamo abituati a pensarla come a una realtà lontana, anche se Tunisi è più vicina a Roma di Parigi
- Isabella Camera d'Afflitto e Maria Avino sono le curatrici dell'antologia Voci di scrittori arabi di oggi e di domani (Bompiani), figlia di un’antologia di Camera d'Afflitto del 1994.
- L'obiettivo, allora, era di far conoscere a un pubblico non accademico cosa si stava muovendo nella letteratura araba, e unire il passato a un presente che già faceva intravedere le crepe che avrebbero portato al mondo arabofono amare sorprese.
- Nei racconti troviamo molti dei temi che ancora agitano il mondo arabo. Gli esili e i conflitti, la dinamica tra laicità e religione totalmente esacerbata. Ma c’è anche tanto corpo e, soprattutto, il desiderio.
Hanno rubato tutti i vestiti del guardaroba. Tutto completamente svaligiato. Non ci sono più gli abiti da sera, mancano gli abiti da casa, i cappotti pesanti e i foulard colorati. Mancano i nastri per i capelli, quelli in velluto, e mancano gli indumenti intimi che sporchi giacevano nella cesta degli indumenti da lavare. Non c’è più niente. Niente! Anzi no, una cosa è rimasta. È appesa lugubre e solitaria nell’armadio, si tratta di una abaya nera, la veste che copre per intero le donne del golf



