Cultura

Quel non so che di cimiteriale che c’è nella nostra cultura

Non c’è idolo o esperienza della boom generation che non meriti una commemorazione, una retrospettiva, uno speciale. Nessun’altra epoca è stata tanto ossessionata dal passato recente. L’importante è che torni in forma edulcorata e pop

  • Techetechetè è diventato il focolare attorno cui si sono raccolti più spettatori che mai. Non c’è idolo o esperienza della boom generation che non meriti una commemorazione, una retrospettiva, uno specialino.
  • Questo costante ricordare, questo total recall, è l’esatto opposto di un rapporto fertile con la tradizione, con la storia. Da dove viene questa cappa soffocante che inibisce e smorza empiti creativi se non l’idea stessa di futuro?
  • Sarebbe esagerato vedere un legame diretto tra l’emergere dei sovranismi e il mal d’archivio, ma sarebbe anche sbagliato non riconoscere che c’è un filo rosso che li unisce.

In tempi di crisi e di incertezza, in cui si sta tutti come d’autunno sugli alberi le bozze di Dpcm, gli italiani si sono gettati sull’unico bene rifugio di solida certezza: Techetechetè. È dal 2012 che la trasmissione di videoframmenti tirati fuori dall’archivio Rai raccoglie meritati elogi, ma con la pandemia e il lockdown Techetechetè è diventato il focolare attorno cui si sono raccolti piùg spettatori che mai, il lenitivo contraltare alle tragiche (e mal gestite) conferenze stampa della Prot

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