Cultura

Raccontare i rivoluzionari più spettacolari di ogni tempo

Aug. 17, 1969 - Panther Speaks,\\u00A0Eldridge Cleaver (Credit Image: © Sacramento Bee via ZUMA Wire)
Aug. 17, 1969 - Panther Speaks, Eldridge Cleaver (Credit Image: © Sacramento Bee via ZUMA Wire)

  • Le pantere nere erano già cinema, musical, teatro di strada. Vestiti uguali per nascondere l'identità di ognuno, con addosso il giaccone verde dell'esercito, una dichiarazione di guerra alla guerra, e di eleganza.
  • Una specie di arte totale, da mettere in conto alle ortodossie e agli azzardi del Novecento. Judas and the Black Messiah è un buon indicatore dei nuovi rapporti di forza a Hollywood. Dovrebbe quasi di sicuro partecipare alla serata degli Oscar.
  • L'idea è quella di raccontare l'assassinio da parte dell'Fbi del presidente della sezione del black panther party di Chicago Fred Hampton dal punto di vista di un infiltrato, Bill O'Neil.

Tutti i film di finzione sulle black panther cominciano allo stesso modo: con le immagini vere dei rivoluzionari più spettacolari d'ogni tempo. I baschi, le giacche di pelle nera, gli occhiali scuri. I volti corrucciati e i fucili. Le coreografie paramilitari. Il rap dei comizi. Quando nel 1968 il vecchio regista di noir Jules Dassin gira Uptight!, cruda parabola di un infiltrato in un collettivo nero a Cleveland, mette sui titoli le immagini del funerale di Martin Luther King e la musica di

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