Raccontare gli animali per interrogare noi stessi, recuperando attraverso la letteratura una coscienza nuova del vivente, oltre la soglia dell’umano
- Questo articolo è tratto dal nostro mensile Finzioni, disponibile sulla app di Domani, sullo sfogliatore online e in edicola.
Difficile, di questi tempi, non cadere nell’incolpevole idolatria di gattini e animaletti pucciosi. Ovunque impazza un rigatto emotivo a mezzo social in forma di fuffa di fusa disimpegnate e sognanti, a colonizzare quel che resta della nostra vita interiore (pardon!), e così pure nella letteratura cagnolini e piccoli felini pelosetti hanno monopolizzato parte della mente creativa di autrici e autori. Ma c’è anche spazio (c’è sempre stato) per il non-umano: per riscoprire contiguità esistenziale,



