Raúl Lisandro Cubas era uno dei detenuti politici alla ESMA di Buenos Aires, quando gli fu chiesto di avvicinare l’allenatore della Nazionale alla vigilia dei Mondiali 1978 per strappargli una dichiarazione in favore del regine. Ma Raúl era solo preoccupato di farsi fotografare e finire sui giornali per far sapere alla famiglia che era vivo
Assurdo e surreale sono gli aggettivi nei quali di solito ci rifugiamo per evadere l’angoscia che provoca leggere, ascoltare o immaginare la storia di Raúl Lisandro Cubas, nato nell’ottobre del 1951, figlio di un comandante della Gendarmeria, nipote di un colonnello dell’esercito e militante della Gioventù Peronista dal 1973. Risucchiato, insieme a migliaia di ragazzi e ragazze come lui, nell’inferno di quel “Processo di Riorganizzazione Nazionale” iniziato un 24 marzo di mezzo secolo fa. Un abi



