Dopo l’intervento della poetessa all’insediamento di Biden, musei e fondazioni hanno ripreso il suo esempio. La diversità diventa una virtù per rappresentare il mondo che ci circonda in maniera più democratica
- La luminosa eloquenza di Amanda Gorman alla cerimonia inaugurale del quarantaseiesimo presidente degli Stati Uniti ha sollevato gli animi come nessuno dei sommi poeti chiamati a questo onore prima di lei.
- La sua partecipazione non è un episodio sporadico nel panorama culturale statunitense. Essa riflette e incarna le tre parole chiave entrate da anni nei piani strategici di musei, fondazioni, e università: diversity, inclusion, equity.
- Se accettiamo che la cultura è uno strumento forte di democrazia, allora è fondamentale capire come chiamare tutti a farne parte, aprendola a voci diverse, alle storie di tutti.