- Saranno trent’anni che ogni volta che dico che mi chiamo Scalfari c’è qualcuno che mi chiede se sono parente. Le prime volte dicevo di no, poi per crearmi varietà ho iniziato a dire di sì ogni tanto
- Poi è successo questo fatto del libro. Scrivo storie da che ne avevo 18, non mi ha mai filato nessun editore, ma ecco, finalmente mi arriva da Marcos y Marcos una mail in cui è scritto: il suo libro è molto bello e lo vogliamo pubblicare
- Quando mi dicono che è uscita una recensione di Massini su Robinson mi dico ma che davero? E quindi mi sono figurato la scena: arriva nella redazione di Repubblica un libro scritto da un tal Vincenzo Scalfari. Panico
Saranno trent’anni che ogni volta che dico il mio nome, c’è qualcuno che mi chiede se sono parente. Le prime volte rispondevo che no, non lo ero, ma il questuante non si accontentava di quel mio no, pensava volessi celare un ovvio. Mi sa che si faceva questo ragionamento: ma con i pochi Scalfari che ci sono in Italia, come farà questo a non essere parente? E infatti cercava di approfondire; voleva proprio farsi i fatti miei; insisteva: ma sei calabrese? Sì? Mi pare che anche Eugenio fosse cal


