Il mistero dell’uomo marchiato, il ritorno di Strike ed Ellacott

Pubblichiamo di seguito un estratto di L’uomo marchiato (Salani editore), ultimo capitolo delle indagini di Cormoran Strike e Robin Ellacott, scritto da Robert Galbraith in libreria dall’11 novembre 2025. Robert Galbraith è lo pseudonimo di J.K. Rowling, l’autrice bestseller della serie di Harry Potter e del romanzo Il seggio vacante. «Ciao, come va la gola?» disse Strike. «Ce la fai a parlare? Se no ti mando un’email dopo». «Ce la faccio» rispose Robin con una voce rauca che confermava la sua storia di copertura, ma che era causata dall’eccessivo caldo della stanza d’ospedale. «Mi dispiace molto di non averti potuto accompagnare in macchina. Dove ti trovi?» «Parcheggiato davanti a un pub che si chiama Fox» disse lui guardando la pioggia battere forte sul parabrezza. «Sono appena uscito dalla casa di Decima Mullins». «Che tipo è?» Forse J.K. Rowling per la prossima Hermione sta cercando Tilly Norwood, l’attrice fatta con l’Ia «Non si può riassumere con una parola sola. Vorrei sentire il tuo parere». Le raccontò del colloquio appena avuto, riferendo l’ipotesi di Decima, secondo la quale il cadavere dell’uomo che era stato rinvenuto nel caveau di Ramsay Silver a Holborn sarebbe stato quello del suo fidanzato. «Santo cielo» mormorò Robin quando Strike ebbe finito di parlare. «Povera donna. Quindi dovremmo rintracciare per lei Rupert Fleetwood?» «No» disse Strike. «Ma allora cosa vuole?» «Ha fatto capire molto chiaramente che non sta cercando un uomo vivo. Ogni volta che ho anche solo lontanamente accennato al fatto che Fleetwood potrebbe avere tagliato la corda per cavarsi dai guai in cui si era ficcato, ha avuto una crisi di pianto. Siamo in pieno territorio Gateshead. Vuole solo che venga identificato il corpo. Solo questo». «Dimmi di questo omicidio del caveau» chiese Robin. Nel periodo in cui era stata in missione segreta a Chapman Farm, non aveva avuto accesso alle notizie di giugno e quella era la prima volta in cui ne sentiva parlare. «Un tizio che si faceva chiamare William Wright è stato assunto da Ramsay Silver come commesso e ha lavorato nel negozio finché, due settimane dopo, è stato trovato morto nella camera blindata. Secondo la polizia, sarebbe tornato nottetempo con dei complici nel caveau per rubare l'argento, ma poi sarebbe scoppiata una lite che avrebbe portato al suo assassinio. Ricordo che, quando lessi gli articoli, mi parve una storia abbastanza strana». Trans e polemiche, il caso J.K. Rowling diventa un podcast per andare oltre lo scontro social «In che senso?» «Be', la rapidità è l'elemento essenziale di una rapina, no? Se sono stati così abili da penetrare in un caveau, viene da pensare siano stati anche abbastanza furbi da non mettersi a litigare nel bel mezzo dell'operazione. Ma siccome quella notte è stata rubata una gran quantità di argenti preziosi, è difficile trovare una spiegazione che non sia quella della rapina in cui è stato accidentalmente ucciso uno dei banditi. Prima che fosse identificato il cadavere, i media avevano parlato molto del delitto, perché il corpo era stato orribilmente mutilato – secondo la polizia per impedirne l'identificazione – e perché Ramsay Silver tratta oggetti massonici e si trova proprio sotto la Gran Loggia d'Inghilterra...» «Teorie del complotto?» «A bizzeffe, ma quando la stampa ha scoperto che non era un'uccisione rituale massonica, ha perso interesse». «E il morto era davvero il rapinatore che dicono? » «Be'» ammise con riluttanza Strike, «Mullins sostiene che l'identità del cadavere non è stata dimostrata e forse ha ragione, perché ho appena dato un'occhiata ai giornali e in tutti gli articoli in cui si citavano le esatte parole del titolare dell'inchiesta, lui diceva di essere “sicuro al novantanove per cento” che si trattasse di Jason Knowles, ma aggiungeva di aver bisogno di ulteriori dati. Ho guardato su Google e ho visto che da allora non c’è stata nessun’altra notizia capace di confermare l’identità, tipo “il test del Dna ha stabilito che è lui”, “abbiamo dimostrato che è lui oltre ogni ragionevole dubbio”. Non sono stati trovati nemmeno gli assassini e l'argenteria rubata. E Sir Daniel Gayle, il commissario della polizia metropolitana citato da Decima, esiste davvero». «Niente di tutto questo dimostra, però, che l'uomo nel caveau fosse Fleetwood. Decima ha cercato di giustificare la sua teoria dicendo che lui aveva un antico oggetto d'argento da vendere, ma perché la sua storia fosse attendibile si sarebbero dovute verificare troppe cose. Lo spacciatore che aveva minacciato di uccidere Fleetwood per i debiti del compagno di appartamento avrebbe dovuto rintracciarlo da Ramsay Silver, cioè nel negozio dove si fingeva il commesso William Wright; poi sarebbe dovuto penetrare lì di notte con un paio di complici; avrebbe dovuto forzare la serratura della cassaforte, uccidere Fleetwood, che guarda caso all'una di notte si trovava lì, mutilarne il cadavere, rimuovere tutto l'argento dal caveau, reinserire l'allarme, uscire dal negozio chiudendolo alle sue spalle senza lasciare tracce, e infine squagliarsela con un gran carico di candelieri massonici e degli altri oggetti che costituivano il bottino. Converrai che, se fosse riuscito a fare tutto questo, non avrebbe avuto bisogno di riavere indietro i suoi soldi, perché sarebbe stato una sorta di genio della lampada». Robin scoppiò a ridere, ma s'interruppe di colpo con un piccolo gemito di dolore, sentendo una fitta all'altezza della ferita chirurgica. «Tutto ok?» le chiese Strike. «Sì, è solo il fastidio alla gola» rispose lei. «Secondo me, la zia di Fleetwood, che vive in Svizzera, ha manovrato per allontanarlo da quella tardona della Mullins e lui è esattamente dove la zia sostiene si trovi, cioè a New York». «Perché la chiami tardona?» «Perché Decima ha trentotto anni, l'ho appena visto su Google». «Abbiamo indagato tante volte su uomini che avevano mogli di vent'anni più giovani, no?» sottolineò Robin in tono sostenuto. Troppo tardi Strike si ricordò che non voleva certo insinuare con Robin che fosse da condannare la differenza di età fra partner di una relazione amorosa. «Volevo solo dire che... Decima non è il tipo di trentottenne per cui smanierebbe il ventiseienne medio». «Be', non dovrebbe essere troppo difficile dimostrare che Fleetwood è davvero a New York». «Solo che lei non vuole che lo dimostriamo. Preferisce crederlo morto che accettare l'idea di essere stata abbandonata. Ha chiamato il bambino “Lion”» aggiunse Strike anche se non c'entrava niente. «Come l'Aslan del ciclo di Narnia?» sorrise Robin. Sapeva benissimo che Strike era tipo da giudicare ridicolo il nome “Lion”. «Sì». «Molti ricchi danno dei nomi strani ai figli» commentò Robin. «Anche gli svitati» osservò Strike. «In ogni modo, volevo chiederti un parere, perché, dal punto di vista etico, credo non sia corretto prendere soldi da una così». «In effetti... Però, data la situazione, si rivolgerebbe sicuramente a qualche altro investigatore». «Oh, certo, ed è il tipo di caso che spinge una persona priva di scrupoli a spennare il suo pollo». Seguì un breve silenzio, durante il quale Robin fissò il soffitto della stanza d'ospedale e Strike guardò il vapore del suo fiato salire verso il parabrezza coperto di goccioline di pioggia. «Credo che sentirò i miei due o tre contatti nella polizia per sapere con che grado di certezza hanno riconosciuto Jason Knowles nel cadavere del rapinatore. Se dall'epoca delle prime notizie sui giornali la probabilità è salita al cento per cento, dirò a Decima, gratis, che il cadavere non era quello di Fleetwood e a quel punto, forse, sarà disposta a guardare in faccia la realtà». «E se le probabilità fossero rimaste al novantanove per cento?» domandò Robin, controllando l'ora sul telefonino, perché si avvicinava in fretta il momento delle visite. «Be'» disse Strike, la cui ricerca su Google aveva confermato che Decima era esattamente chi diceva di essere, «propongo di indagare solo per sfatare le sue illusioni, perché se non altro noi non la prenderemmo per il naso, ma agiremmo al fine di svelarle la verità. Tra l'altro, sia lei sia Fleetwood hanno a che fare con persone a cui speravo di non dover parlare mai più». «E cioè?» «Valentine Longcaster e Sacha Legarci». «Sacha Legarci l'attore?» chiese Robin. «Perché dici che... Ah, ho capito». «Sì» fece Strike. «Sacha è il cugino di Rupert Fleetwood e Valentine è il fratello di Decima, ed era uno dei migliori amici di Charlotte». Di colpo, sia Strike sia Robin ripensarono all'ultima volta in cui avevano parlato di Charlotte, l'ex fidanzata di Strike: era stato circa un mese prima, quando il detective le aveva detto che Charlotte era sicura che lui fosse innamorato della sua socia. Nonostante la morfina, Robin provò uno strano misto di speranza e paura. Strike stava per continuare il discorso, quando lei all'improvviso lo prevenne. «Scusami tanto, ma devo andare». E senza aspettare la risposta, chiuse la comunicazione. [Missing Caption][Missing Credit]