Il racconto

Sanremo vince sempre anche se ne parliamo male

  • Sanremo all’inizio degli anni Novanta era una sorta di rito social prima dell’avvento dei social. Era uno spettacolo nato per essere commentato da chi lo stava guardando.
  • I Rebellious brains erano tutto ciò che Sanremo non avrebbe mai mostrato della musica. Era la parte autentica, quella sopravvissuta agli anni di piombo e all’eroina dei Settanta. Alex mi appariva già grandissimo per almeno due ragioni: era venerato come un dio del rock; alle scuole superiori un anno corrisponde a un secolo.
  • Adesso Sanremo lo guardavamo tutti insieme, ma ognuno per conto suo. I social avevano rimpiazzato le battute sagaci del caro parente estinto. La musica leggera stava diventando leggerissima.

Sanremo all’inizio degli anni Novanta era una sorta di rito social prima dell’avvento dei social. Era uno spettacolo nato per essere commentato da chi lo stava guardando. Ci piazzavamo in salotto e ognuno dalla sua postazione sparava la sua raffica di perfidie, le metteva in condivisione da una poltrona all’altra, non avendo a disposizione il web. Così potevamo sparlare della conduzione nazional popolare di Pippo Baudo, o potevamo ridere dell’outfit da cresimanda di Laura Pausini nella Solitu

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