Sono oltre sessanta le foto esposte alla mostra “Sguardi d’impresa. Mimmo Frassineti fotografa la Ferrari”, inaugurata mercoledì 10 dicembre a palazzo Piacentini, sede del ministero delle Imprese e del made in Italy, e visitabile fino al 14 gennaio. Promossa da Cassa depositi e prestiti e Fondazione di Modena, in collaborazione con Ferrari, l’esposizione mette al centro il lavoro di Mimmo Frassineti – fotografo e autore di reportage industriali – sulla Ferrari, unendo e facendo dialogare due serie di scatti realizzati a distanza di quarantacinque anni negli stabilimenti storici di Maranello e Modena. Centro della Motor valley emiliano-romagnola.

Una zona dell’Italia in cui il genio imprenditoriale e la passione per i motori hanno incontrato maestranze altamente specializzate. Il resto è noto: tradizione, trofei e un marchio che racconta un paese intero. Il primo scatto risale al 1980 ed è parte dell’Archivio storico del gruppo Cdp, il secondo è del 2024. Il progetto mira a valorizzare il patrimonio archivistico del gruppo, mettendo in relazione la cultura industriale che ha contribuito allo sviluppo economico del Novecento con la contemporaneità.

Prima e dopo

È tra il prima e il dopo che si colloca lo sguardo di Frassineti, tornato nello stabilimento di Maranello nel 2024 su richiesta di Cdp. La mostra, inaugurata a Modena lo scorso 26 settembre, si declina artisticamente attraverso sette parole chiave – Connessioni, Sintonia, Manifattura, Precisione, Orgoglio, Passione e Pazienza – che hanno lo scopo di guidare il visitatore in un percorso di lettura della storia dei cambiamenti dei siti produttivi e del lavoro in sé. Senza giudicare, ma semplicemente esponendo un graduale mutare dell’industria come riflesso dei cambiamenti sociali ed economici di uno stato. A Roma la mostra è arricchita dalla scultura La Colonna del viaggiatore (1966) di Arnaldo Pomodoro, conservata nel museo aziendale di Cassa depositi e prestiti. Un elemento non solo artistico, ma fortemente simbolico. Capace di mettere in luce la commistione tra industria e cultura. Due settori interconnessi e a volte indistinguibili l’uno dall’altro.

L’esposizione è parte di un progetto di digitalizzazione e valorizzazione che riguarda l’intero Archivio storico fotografico del gruppo Cassa depositi e prestiti. Oltre 20mila immagini che cristallizzano l’evoluzione industriale dell’Italia tra gli anni Trenta e Novanta del Novecento. Anni in cui l’intervento della finanza pubblica – anche attraverso la presenza di banche locali solide – metteva a disposizione il capitale economico per i giovani imprenditori dell’epoca, capaci, in molti casi, di creare una cultura industriale radicata nei territori.

All’inaugurazione hanno partecipato il presidente di Cdp, Giovanni Gorno Tempini, e il ministro Adolfo Urso. «Da 175 anni – ha detto Gorno Tempini – Cassa accompagna la crescita del paese, interpretando i cambiamenti sociali e industriali, e l’arte rappresenta una sintesi bellissima delle nostre attività. La nuova tappa di questa mostra testimonia lo storico impegno di Cdp nel valorizzare la cultura d’impresa e rafforzare quel dialogo tra industria, arte e territori che caratterizza il nostro operato e che ancora oggi contribuisce a rendere unica l’Italia nel mondo».

Urso invece ha sottolineato come «il made in Italy non è soltanto un luogo di produzione, ma una cultura produttiva, uno stile, una dimensione con al centro sempre la persona». Aggiungendo che «questa mostra ci fa capire cosa ci sia dietro a un’opera straordinaria come la Ferrari e a un distretto come quello di Modena, che rappresenta l’eccellenza del settore dell’automotive».

La mostra, infatti, pone un ulteriore tema di riflessione: il rapporto tra uomo e macchina. Rapporto complesso ma innovativo, come dimostra l’evoluzione tecnologica ed estetica nel settore. Oggi Ferrari è uno dei marchi di maggior valore nel panorama industriale italiano: oltre 12 miliardi di euro. Un valore generato nel tempo, figlio di scelte imprenditoriali di lungo corso e di una sinergia tra pubblico e privato. Come ben mostrano le foto di Frassineti.

© Riproduzione riservata