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La stampa fonda i suoi bilanci su una bolla, che si può definire anche “cerchia”, di clienti-seguaci che sono accomunati da linguaggi e pregiudizi. La tv “generalista” a sua volta destina ogni canale a un’audience che è stata profilata utilizzando criteri socioculturali.
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Se le “città” e i “mass media”, che sono nati per connettere, ora invece tendono a segregare, il problema si fa serio, perché ne va di mezzo il vivere sociale.
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Nello specifico europeo le uniche risorse tangibili e più o meno adeguate sotto l’aspetto finanziario a un cambiamento strategico, sono quelle già in possesso dei servizi pubblici una volta solo radiotelevisivi e ora multimediali.
Solo un vero servizio pubblico può far uscire i mass media dalla logica delle “cerchie”
11 marzo 2022 • 16:46Aggiornato, 11 marzo 2022 • 16:51