- Ogni parola regionale è un grumo di ricordi, di sentimenti e di affetti che si cristallizza per sempre in una lingua.
- Per Andrea Camilleri le espressioni dialettali non potevano essere rese con la stessa forza utilizzando l’italiano: «L’italiano è l’ufficialità, il mondo esterno. Ma il siciliano è la nostra parlata, quella che racconta il nostro passato e il nostro presente».
- Non è una cosa esclusiva della Sicilia e del dialetto siciliano, ma è nella produzione degli scrittori siciliani, da Verga a Sciascia, che le forze in gioco mi sono sempre sembrate più diverse, imprevedibili, esplosive.
Questo testo è un estratto della lezione magistrale che Stefania Auci ha tenuto al Festival del giornalismo culturale di Urbino diretto da Lella Mazzoli che si è tenuto tra l’8 e il 10 ottobre 2021. Nella postfazione al suo primo romanzo Il corso delle cose, Andrea Camilleri racconta di come abbia dovuto fare una scelta: aveva una trama strutturata, pensata in italiano ma, nello stesso tempo, quella lingua non rispondeva alle sfide narrative che la storia gli poneva. Così racconta: «Mi fec



