I due gradi di giudizio sulla partita non disputata il 4 ottobre avevano puntato su una colpevolizzazione del Napoli ai limiti dell’atteggiamento inquisitorio. Ma il Collegio di Garanzia Coni ha ribaltato l’esito con giudizio severo. E adesso il presidente federale Gravina minaccia di rocorrere al Tar
- Il giudice sportivo Mastrandrea e la Prima Sezione della Corte Sportiva d’Appello presieduta da Sandulli avevano stabilito che il Napoli avesse preordinato le condizioni per non essere presente sul campo della Juventus.
- Il foro del Coni ha respinto l’interpretazione e oltre a giustificare la condotta tenuta dalla società di De Laurentiis ha bacchettato la giustizia Figc rammentandole un principio basilare quale la gerarchia delle fonti.
- Un conflitto istituzionale che esplode all’improvviso? Più probabile che fosse latente. Ma intanto provoca insofferenza nel capo del calcio italiano, in piena corsa per la rielezione.
Incontri ravvicinati del terzo grado. È una vicenda di detti e contraddetti quella dell’iter di giustizia sportiva su Juventus-Napoli. Iniziata venerdì 2 ottobre 2020 con la nota emessa dall’Asl Napoli 1 – dipartimento prevenzione, inviata al responsabile sanitario del Napoli in risposta a una richiesta di chiarimento. E conclusa tre mesi dopo, giovedì 7 gennaio 2021, col deposito delle motivazioni della decisione assunta il 22 dicembre 2020 dal collegio di garanzia del Coni. Quella che ha malam



