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Succession ci parla dell’incapacità del nostro tempo di diventare grandi

Alan Ruck, from left, Brian Cox, Sarah Snook, Kieran Culkin and Jeremy Strong attend HBO's \\\"Succession\\\" season 3 premiere at the American Museum of Natural History on Tuesday, Oct. 12, 2021, in New York. (Photo by Charles Sykes/Invision/AP)
Alan Ruck, from left, Brian Cox, Sarah Snook, Kieran Culkin and Jeremy Strong attend HBO's "Succession" season 3 premiere at the American Museum of Natural History on Tuesday, Oct. 12, 2021, in New York. (Photo by Charles Sykes/Invision/AP)
  • Se non avete letto l’ultimo di Franzen, forse non potrete capire l’ultima di SuccessionSuccession è, da un punto di vista antropologico, politico, culturale, il documento più rilevante sull’eterna giovinezza degli Stati Uniti, sul loro stato di adolescenza che nelle epoche resta immutata.

  • E qui torniamo a Franzen, che in Crossroads sceglie i primi anni Settanta e le loro contraddizioni come sfondo di una storia che è identica a questa. I personaggi di Franzen, a pensarci bene, sono gli stessi di Succession.

  • Da un punto di vista psicanalitico, non c’è opera che abbia meglio riassunto la nostra incapacità – nostra cioè di noi che viviamo in quest’epoca – di diventare grandi. 

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