- Sono rientrata in Italia ieri da Londra sul famigerato “volo Covid” da Heathrow a Fiumicino, l’ultimo. Abbiamo trascorso il tempo di volo a riempire i moduli per il vettore, per l’Italia, per il Regno Unito, questi tre restano a noi, quest’altro lo consegnate all’arrivo.
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I moduli servono a spiegare le ragioni del viaggio e a collocarsi in una delle numerose o eternamente mutevoli categorie umane costrette a intraprendere una simile impresa disperata.
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Oltre ai moduli, per via della nuova variante inglese del Covid, quella contagiosissima, tutti i passeggeri dei voli dal Regno Unito hanno dovuto fare il test a Fiumicino.
Sono rientrata in Italia ieri da Londra sul famigerato “volo Covid” da Heathrow a Fiumicino, l’ultimo, “il 560”. L’aereo era mezzo vuoto e i passeggeri sembravano essere soprattutto giovani lavoratori e studenti, famigliole che con tutta probabilità stavano portando i figli a conoscere i nonni per la prima volta (uno di questi pargoletti dietro di me era così entusiasta che ha passato il volo a riallinearmi la colonna vertebrale a calci), un sacco di tablet, computer, cuffie. Abbiamo trascorso i



