- Il presidente della Triennale di Milano, Stefano Boeri, racconta il senso profondo dell’Esposizione. Il titolo è formidabile: “Unknown Unknowns”, incognite sconosciute che interrogano il futuro.
- L’occasione è speciale: siamo nel centenario delle Triennali di Milano, essendo la prima del 1923.
- «Questa è una mostra di domande e di dubbi, non ce ne sono di soluzioni. E anche qui, c’è chi le cerca guardando il cielo».
Il presidente della Triennale di Milano, Stefano Boeri, racconta il senso profondo dell’Esposizione. Il titolo è formidabile: “Unknown Unknowns”, incognite sconosciute che interrogano il futuro. L’idea è il titolo: il titolo è formidabile, “Unknown Unknowns”. È di Rumsfeld, eh... lo sai? Che devi fare, a volte le cose parlano da sole. Sì, sì. Il titolo è 70-80 per cento. Non c’è dubbio. Poi, in realtà sono tutte cose diversissime, sono 7/8 mostre, siamo sui tre-quattrocento autori.



