La drammaturgia degli eventi di Nembro

Una sovrapposizione assoluta tra parola e vita, morte e amori

  • Sulla lapide a ricordo dei caduti davanti al cimitero di Nembro ci sono 126 nomi per la Prima guerra mondiale, 98 per la Seconda. Di Covid-19, tra la fine di febbraio e aprile 2020, sono 188 persone, 164 a marzo.
  • Non stupisce che nel presente e recente passato alcune fra le prove più sincere di letteratura militante siano arrivate da territori esterni alla letteratura tout court. Ci vuole coraggio, umiltà, umanità. Quella del nembrese Gigi Riva e del suo Il più crudele dei mesi, Mondadori.
  • Il mondo macina storia. E l’uomo, dall’alto della sua piccolezza, ha sempre tentato di opporvisi attraverso la memoria. L’artista, l’uomo, ne farebbe a meno, certo. Se ne starebbe volentieri a cullare i suoi demoni, a scrivere di sé e per sé, ma se diventa testimone, se la storia lo viene a cercare, non può tirarsi indietro. Basta guardare al Novecento. Primo Levi aveva forse qualche possibilità di rifiuto? O Ungaretti? O Gadda? Si potrebbe continuare a lungqo.

Il mondo macina storia. E l’uomo, dall’alto della sua piccolezza, ha sempre tentato di opporvisi attraverso la memoria. Per trasmetterla, difenderla, ha utilizzato nel corso dei secoli tutte le lingue che aveva a disposizione, partendo da un dato di fatto oggi non più così certo: testimoniare il proprio tempo con una lingua sola rischia di essere troppo poco. Per questo alla cronaca avvicinava le lingue dell’arte, per generare dal vissuto qualcos’altro, un’opera che sapesse dire di più e

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