Eddie Van Halen è scomparso il 6 ottobre a 65 anni. Aveva avuto un papà olandese e una mamma indonesiana. Sbarcati in America con un fratello maggiore (Alex, il batterista del van Halen), non sapevano una parola di inglese. Su facebook il critico afroamericano Greg Tate ha ricordato che per questo erano finiti nelle classi dei ragazzini neri, e loro li avevano protetti dal bullismo razzista di cui erano stati vittime. Nero a metà.

È un destino che uno degli assoli più famosi di Eddie Van Halen in tutto il pianeta sia stato quello di Beat it di Michael Jackson. 25 secondi o giù di lì, ma in tanti lo saprebbero ancora cantare a memoria. Nel videoclip era il clou di uno sconto tra bande tipo West Side Story, che l'efebico Micheal trasformava in una grande coreografia di non detti e di coltelli (“vuoi essere un duro, ma è meglio che fai quel che puoi”). Van Halen tentò di nascondere la partecipazione per non litigare con i suoi compagni di band, ma il segreto durò poco.

Eruption

Era diventato Van Halen quattro anni prima. Il secondo brano dell'album d'esordio si chiama Eruption. Dura poco più di 100 secondi. È una stranezza, un assolo al quale è stato tolto tutto il prima e tutto il dopo.

O quasi: il dopo è un pezzo dei Kinks, You really got me, un classico suonato a volume da convention di venditori di suv. Ma Eruption era una prova da guitar hero, di destrezza e volume. Lo studiarono fino a farsi sanguinare le dita i chitarristi in erba degli anni 80, tutti maschi e adolescenti, in fila per avere uno spartito prima che ci pensasse youtube.

In quei 100 secondi Eddie Van Halen, 22 anni all'epoca, una formazione da pianista classico (ma raccontò poi che aveva preso in giro il maestro fingendo di saper leggere le note e suonando invece a orecchio), esibiva la tecnica del finger-tapping picchettando le corde sul manico come fosse un pianoforte. Giocava con una progressione alla Paganini ma subito “metteva il turbo” (metafora da spirito dei tempi) grazie a quel che di nuovo la tecnologia gli metteva a disposizione, con un senso dello spettacolo coattissimo e tutto californiano.

Fuochi d’artificio

Ha scritto il New York Times nel suo obituaries che l'effetto dei suoi assoli era quello dei fuochi d'artificio. Vero. C'è qualcosa di circense, persino di barocco, nella trovata di un chitarra che sembra sempre sul punto di esplodere.

Jimi Hendrix era un altra cosa: lui suonava l'elettricità, fuggiva nello spazio. Di Van Halen, se guardi più vicino e tieni presente che cos'è l'heavy metal, l'uso fallico delle chitarre e dei microfoni, puoi indovinare facilmente una beffarda e complessa coreografia masturbatoria in quel gioco di dita e di mani del finger tapping.

Il cantante David Lee Roth – che aveva scelto il nome - biondo e vestito di stracci colorati, teneva il centro della scena, ammiccado nei video alle ragazze e (involontariamente?) anche ai ragazzi. Eddie stava subito dietro, pronto a riempire il vuoto con il suo assolo.

Jump

Uno, due, tre. Si può anche immaginare che tutti gli assoli di Van Halen siano intercambiabili, non si offenderà nessuno, ce lo ricordiamo per questo. E che abbiano a che fare con un maschilismo non ancora troppo tossico, giocoso, ammiccante, persino ironico. Tanto per anni i candidati repubblicani, da Bush jr a Sarah Palin hanno richiesto il permesso di usare Van Halen nelle loro campagne elettorali. Invano.

La cosa più curiosa è che Jump, hit planetario dei Van Halen del 1984, scritto (e suonato) su una tastiera elettronica ancora da Eddie, ha come protagonista un aspirante suicida. Uno che si sta per buttare di sotto per amore.

Perchè jump vuole dire saltare («sono salito qua e niente mi farà scendere”», urlato alla ragazza troppo dura) anche la cosa verrà fatta passare per una metafora d'ardimento, un training agonistico (Jump è un canzone da stadio, da highlights sportivi). Ma la metafora è fin troppo chiara. Uomo cannone sempre pronto a saltare, Van Halen.

Aveva avuto parecchi problemi di alcool e di cocaina, non era stato un problema per nessuno (tranne che per lui). Qualche giorno fa in un talk show la diciannovenne Billie Eilish ha detto di non sapere nemmeno chi fosse. Sic transit.

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