Si calcola che ogni giorno, nel mondo, vengano prodotte sei miliardi di immagini, la quasi totalità delle quali è irrilevante, talvolta dannosa. Le immagini che Stephen Ellcock raccoglie da ogni luogo del pianeta sono l’esatto contrario: sono straordinarie, curiose, in gran parte inedite o raramente conosciute, affascinanti.

Ellcock è un poliedrico londinese, musicista, editore, libraio, curatore, che sarebbe sminuente definire raffinato ricercatore iconografico. I mondi di immagini, che costituiscono la piattaforma dei suoi libri, regalano riproduzioni pubblicate con qualità impeccabile, con complete brevi schede di accompagnamento e con rara eleganza grafica.

Lui stesso racconta come, dopo un periodo oscuro e arduo della sua esistenza – vita randagia, droga, alcol, depressione – sia rinato iniziando a costruire un museo virtuale, in continua espansione, una vera camera delle meraviglie, una Wunderkammer che vive su Facebook e Instagram e conta centinaia di migliaia di follower/visitatori.

Il cosmo

L'uomo dello zodiaco dal Codex Schürstab (Norimberga, Germania, c. 1472) Credit: Zentralbibliothek Zürich

Le sue pubblicazioni sono a tema. È opportuno ricordare All Good Things e The Book of Change. Il primo è uno scrigno di illustrazioni, organizzate con un sistema creativo, che ambisce a nutrire ed elevare lo spirito e a risvegliare, nel lettore, il meraviglioso; il secondo rivela il potere delle immagini nel descrivere e influenzare il divenire delle civiltà – antiche, perdute e contemporanee – dalle rivelazioni alle rivoluzioni.

Il nuovo libro di Ellcock, La danza cosmica - Alla ricerca di modelli e percorsi in un universo dominato dal caos è stato appena pubblicato in Italia da 24Ore Cultura. Il nucleo fondante del volume è contenuto nella citazione di un detto del famoso astronomo danese Tycho Brahe (siamo nel XVI secolo): «Guardando in basso, vedo verso l’alto. Guardando in alto, vedo verso il basso». In realtà, questo solo apparentemente semplice ragionamento rimanda all’Ermetismo, nelle parole del leggendario autore del Corpus Hermeticum (e probabilmente mai esistito) Ermete Trismegisto, secondo cui: «Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per fare il miracolo della cosa unica». Viaggiando ancora più indietro nel tempo, troviamo l’Uno di Plotino e ancor prima Platone, che nel Timeo parla di Anima mundi. Secondo Platone il mondo è un grande animale: «Occorre dire che questo mondo nacque come un essere vivente dotato di anima e intelligenza».

Prospettiva

Luna e Sole da Description of the Eight Pageants Held during the Games on the Occasion of the Christening of Princess Elisabeth of Hesse (1596) Credit: BSB Shelfmark

Il punto di partenza è la prospettiva, sia questa a livello di macrocosmo o di microcosmo (che sono la medesima cosa). La assenza di prospettiva può essere distruttiva per il nostro pianeta, portando a scelte sbagliate e oscure, che possono precipitare il mondo in un caos irreversibile e nell’annientamento. Purtroppo, la cronaca di questi giorni e la superficialità con cui si evoca l’uso delle armi nucleari, è un esempio, tragicamente incontrovertibile, di mancanza di prospettiva e del trionfo di un hic et nunc insensato e mortale. Ma il vuoto di prospettiva colpisce anche la singola persona, può disintegrare le certezze e condurre alla deriva chiunque, dove tutto è insidia e gli amici non si distinguono più dai nemici. La prospettiva, secondo Ellcock, si recupera riconoscendo la bellezza, lo scopo e gli schemi dell’universo, la totale interconnessione di tutte le cose e la necessità di ristabilire l’equilibrio.

Ellcock racconta che questo libro è l’esito del lungo tentativo di una persona andata in pezzi (lui) di venire a patti con il caos, con la sensazione di essere insignificante. Percorso sostanziato nell’aver preso coscienza che la ossessione per le immagini, per il loro potere magico, che lo studio dei simboli e degli schemi che governano l’armonia dell’universo è stata la sua via per ritrovare equilibrio e senso.

Macro e micro

Hilma af Klint, Tree of Knowledge, No.1, 1913–15 Credit: © Courtesy of the Hilma af Klint Foundation – Photo: Moderna Museet- Stockholm

Attraverso le cinque sezioni del libro compiamo un viaggio visuale, dal macrocosmo al microcosmo, ammirando un tesoro di opere che sono la guida per la osservazione e la comprensione del mondo, dei mondi, che ci circondano. Dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande, seguiamo i tentativi dell’essere umano di capire quale sia la origine dell’universo, cercando un ordine nel caos, cercando di comprendere quale sia il nostro posto nel mondo.

La danza cosmica è una originale collezione di immagini sorprendenti, tratte dalle arti, dall’alchimia, dalle religioni, dalle fotografie scientifiche, per giungere esattamente al pensiero di Platone e Brahe: ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, il mondo ha una anima unica. Il viaggio visivo prende il via con il microscopico; visita il corpo umano, che è un cosmo in miniatura; analizza la armonia sacra delle proporzioni, la geometria divina; poi sposta il mirino sulla eterna ricerca della illuminazione spirituale, e approda all’infinito, al macrocosmo.


Danza cosmica. Alla ricerca di modelli e percorsi in un universo dominato dal caos (24 Ore Cultura 2022, pp. 256, euro 30) è un libro di Stephen Ellcock

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