Cultura

Viviamo sotto l’assedio costante di un’apocalisse al rallentatore

  • In Appunti da un’Apocalisse O’Connell mette insieme da una parte una serie di reportage sulle apocalissi contemporanee e le persone che ci fanno i conti; dall’altra ci mostra il mondo fuori, ma la domanda che si rivolge è: come convivere con la paura?
  • Apocalisse era un bang!, un istante che tutto avrebbe rivelato. Nessuna cultura ha immaginato una fine del mondo lenta e graduale come quella che stiamo vivendo tra riscaldamento globale, pandemie, e disordine mondiale.
  • Ecco la scoperta più amara e preziosa che fa O’Connell: quella che io chiamo fine del mondo, è già la vita quotidiana della maggioranza della popolazione.

«C’è un’attività che sconsiglio fermamente ai neopadri scomodamente appollaiati su una sedia di vinilpelle del reparto maternità accanto al figlio appena nato e alla neomamma addormentati: leggere il giornale»: incontravo queste righe di Essere una macchina di Mark O’Connell all’epoca della sua uscita italiana, più o meno due anni fa, mentre ero esattamente seduto su una sedia di vinilpelle di un reparto di maternità in attesa che nascesse mia figlia. Oggi leggo il suo nuovo libro, Appunti di

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