L’Italia, per la sua conformazione geografica e la sua storia millenaria, è da sempre un paese a vocazione marittima e negli ultimi decenni il Mediterraneo su cui si affaccia è diventato sempre più un mare di transito che collega l’oceano Indo-Pacifico a quello Atlantico assumendo quindi per il nostro paese un’importanza fondamentale dal punto di vista geopolitico, economico, culturale e conseguentemente anche per la sicurezza e la difesa.

Il Mediterraneo è attraversato oramai da tempo da crisi e conflitti che rischiano di diventare endemici in un contesto in cui non vi è più un confronto bipolare tra Russia e Usa, ma interessi globali che si intrecciano con l’attivismo di medie potenze regionali quali Turchia, Egitto, Algeria insieme agli Emirati Arabi Uniti e al Qatar. In particolare, alcuni paesi hanno recentemente dichiarato unilateralmente la propria Zona economica esclusiva (Zee) in palese contrasto con le norme internazionali, dando luogo a una territorializzazione del Mediterraneo foriera di nuovi potenziali contenziosi e conflitti.

In questa complessa situazione l’Italia, le cui importazioni per l’80 per cento provengono dal mare, deve perseguire l’interesse nazionale con una politica marittima univoca e sempre più assertiva.

Un ruolo preminente per l’applicazione di un’efficace politica marittima nazionale è esercitato dall’azione sinergica del ministero degli Affari esteri e della Marina militare. In particolare, la disponibilità e l’impiego di un moderno strumento navale costituisce un fattore di deterrenza indispensabile per il controllo degli spazi marittimi finalizzato alla protezione delle attività economiche e alla tutela degli approvvigionamenti energetici. Proprio in questi giorni il Cavour, moderna portaerei italiana, è a Norfolk negli Stati Uniti per imbarcare i primi velivoli F35B a decollo corto e iniziare le attività di addestramento. Questo assetto, oltre a rappresentare una pietra miliare nell’evoluzione dello strumento aeronavale, assicurerà il mantenimento della strategica capacità operativa della portaerei accrescendo le capacità di proiezione di forze sul mare e il livello di protezione delle unità navali della flotta. Il Cavour potrà così in futuro cooperare con maggiore efficacia con i gruppi portaerei dei principali paesi alleati anche a distanza dalle basi nazionali garantendo il controllo aeronavale nel “Mediterraneo Allargato” e rafforzare il peculiare potenziale “expeditionary” intervenendo in aree di crisi a seguito, ad esempio, di improvvisi cambi di regime, di attività di ricostruzione post-conflitto o di interventi umanitari. In ultimo, tale strumento pregiato consentirà di esercitare una superiorità strategica sulle medie potenze dei paesi mediterranei che hanno un maggior numero di unità navali. In un Mediterraneo agitato da spinte centrifughe in cui alcune medie potenze regionali hanno acquisito un margine di manovra che prima non avevano e in cui lo spazio libero si sta riducendo, occorre che l’Italia faccia delle scelte precise affinché la sua politica marittima assuma una postura più attiva. Per l’Italia, una chiara politica marittima non è un’opzione ma una necessità.

 

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