Dietro ai giocatori di colore osannati negli stadi, c’è la moltitudine di chi non ce l’ha fatta. Un gruppo composto da chi una chance l’ha avuta e sprecata per mancanza di doti, chi è stato complice di imbrogli burocratici, chi infine è stato truffato da falsi procuratori. Ogni anno, secondo l’associazione Foot solidaire, 15mila ragazzi vengono selezionati in Africa e poi abbandonati all’arrivo in Europa
- Il calcio era una mia passione personale che non avevo mai voluto mescolare con la mia passione professionale di giornalista: la politica estera. Ma nel caso del libro L'ultimo rigore di Faruk le due passioni si erano avvinte in un groviglio inestricabile.
- Ho scoperto così l'esistenza di “Foot solidaire” che si occupa dei giovani calciatori africani e ha costruito un archivio con le testimonianze di ragazzi truffati.
- Ciò che mi ha più impressionato è la monotona ripetitività dell’inganno. Questa moderna tratta di ragazzi con un metaforico pallone che incatena il piede fa leva sui loro sogni.
Era così l'adolescenza nella provincia italiana degli anni Sessanta e Settanta. La gerarchia nella tribù dei maschi era stabilita da due abilità meglio ancora se combinate nella stessa persona: la capacità di giocare al calcio e quella di sedurre le coetanee. Chi faceva gol sembrava avesse un diritto naturale al primo bacio. Una terza componente era la forza, proprio la forza fisica, che dava qualche vantaggio a chi non eccelleva nello sport ed era impacciato con l'altro sesso. I libri, quelli,



