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Oltre lo strabismo da spread ci sono i timori di inflazione

  • Se l’inflazione è limitata nel tempo, e non si autoalimenta cambiando le aspettative, gli anni Cinquanta insegnano che si può uscire dall’eccesso di debito (allora per la guerra) garantendo crescita sostenuta e pieno impiego, senza shock finanziari.
  • E’ una strategia rischiosa ma l’alternativa di austerità, aumento delle tasse e default (privati e pubblici), mi sembra di gran lunga peggiore.
  • La speranza di una crescita esplosiva trainata da un salto di produttività è perlomeno illusoria. La strada dell’austerità e delle tasse è devastante, specie per l’Italia che non cresce da dieci anni.

Il dato finanziario su cui si concentra l’attenzione in Italia è lo “spread”, il differenziale tra il rendimento del titolo di stato italiano a 10 anni rispetto a quello tedesco. L’effetto Draghi lo ha fatto scendere intorno ai 100 punti base, come non accadeva dal 2015, creando la percezione dell’assenza di rischi finanziari. L’attenzione concentrata sullo spread è però una forma di strabismo finanziario che può distorcere la visione della realtà. Lo spread misura il differenziale con la Ger

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