Il 2020 è stato un anno decisivo sotto molti punti di vista. Il contagio Covid-19 ha di fatto rivoluzionato il nostro modo di vedere e pensare il mondo, conducendo a riflessioni personali e professionali che in molti casi hanno portato a cambiamenti strutturali.

Questo vale anche per le priorità politiche ed economiche del nostro Paese, come emerge chiaramente da quelle indicate dal Governo per quanto riguarda la possibile allocazione dei fondi destinati all’Italia dal Recovery Fund.

Nello specifico, sei sono gli ambiti considerati chiave: digitale e innovazione, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture per la mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, equità e inclusione e salute. Tutte aree che – in maniera più o meno diretta – hanno a che fare con l’innovazione, guarda caso un settore nel quale il nostro Paese, al netto di una serie di eccellenze, sconta un ritardo cronico nei confronti di altre realtà di dimensione economica e geografica simile.

In particolare, gli investimenti in startup e imprese innovative in Italia sono ben al di sotto di altri Paesi europei, se consideriamo che nel 2019 in Italia sono stati investiti 700 milioni di euro, a fronte dei quasi 6 miliardi della Germania, dei  4,7 miliardi della Francia o degli 1,3 miliardi della Spagna. Se il confronto si focalizza non sui dati aggregati che comprendono startup grandi e piccole, ma su quelle di maggiore dimensione e potenziale di crescita, la situazione italiana è ancora peggiore.

Proprio per questo gli stanziamenti previsti dal Recovery Fund possono servire a recuperare un poco del divario che attualmente ci separa da molti Paesi, investendo le risorse in un settore che anche nella fase più acuta della pandemia ha dimostrato di saper reggere, e ha anzi assunto un ruolo chiave nella quotidianità di cittadini ed imprese.

Infatti, la fase più critica della pandemia ha fatto emergere come digitalizzazione e innovazione siano asset indispensabili non solo per mantenere l’operatività di aziende e imprese, ma anche un utile supporto nella vita privata di ognuno. Molti individui e realtà si sono trovati di fronte all’indispensabilità di servizi che fino a poco fa venivano considerati accessori. E proprio nei mesi del lockdown, come emerso da una ricerca condotta da VC Hub Italia insieme a EY per analizzare l’impatto dell’emergenza Covid-19 sull’ecosistema italiano dell’innovazione, le imprese innovative hanno avuto conseguenze meno devastanti rispetto a quelle tradizionali, rivelandosi elemento chiave del tessuto economico nazionale.

Entrando nel merito, è però opportuno condurre una valutazione strategica rispetto al significato concreto di un investimento in innovazione. Infatti, soprattutto quando i volumi delle risorse potenziali sono molto grandi, la possibilità di disperdere le risorse è spesso dietro l’angolo. In questo senso, sarebbe opportuno non solo dedicare genericamente all’innovazione un tot di risorse, ma farlo indirizzandole chiaramente verso settori strategici per lo sviluppo del Paese e ancorandole a investimenti effettuati da privati, a garanzia della destinazione dello stanziamento del pubblico.

Nello specifico, e per dare un sostegno reale ed immediato alle startup e alle imprese innovative in Italia, VC Hub Italia ha avanzato tre proposte concrete e di facile attuazione che puntano al rafforzamento del meccanismo del trasferimento tecnologico fra università, centri di ricerca e imprese innovative, prevedendo inoltre agevolazioni fiscali per chi investe nello sviluppo di imprese innovative; alla creazione di una serie di Fondi di Fondi, a matrice pubblica ma a traino privato, per allocare le risorse del Recovery Fund alle imprese innovative con un focus in quei settori verticali che abbiano il maggiore potenziale allo stato attuale; al rafforzamento del credito d' imposta per le imprese che fanno ricerca e sviluppo, così da sostenerle negli investimenti.

Al netto di questo, è necessario avviare una seria riflessione sui tempi di attuazione delle misure emergenziali, anche considerando che molti strumenti adottati non siano ancora a disposizione degli utilizzatori finali, che in alcuni casi sono nel frattempo stati costretti a cessare le attività. Purtroppo, a oggi siamo l’unico Paese europeo che non è ancora riuscito a fare arrivare concretamente nemmeno un euro alle startup, nonostante le decisioni in merito siano state prese mesi fa.

Nel suo complesso, se ben direzionato il Recovery Fund può essere una straordinaria occasione per invertire un trend consolidato che troppo spesso sembriamo affrontare con rassegnazione, e fare dell’Italia uno dei motori dello sviluppo tecnologico e del sostegno all’innovazione e alle startup in Europa.

Francesco Cerruti, Direttore Generale VC Hub Italia

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