Il piano nazionale per vaccinare la popolazione italiana, il cosiddetto “Piano vaccini”, è partito la scorsa primavera. Per far fronte a un impegno così gravoso il commissario straordinario, Francesco Paolo Figliuolo, ha dovuto necessariamente realizzare una gara per individuare le agenzie per il lavoro che avrebbero selezionato e assunto 15mila tra medici e infermieri per rafforzare il Servizio sanitario nazionale.

Le agenzie per il lavoro individuate hanno quindi selezionato il personale sanitario per poi inviarlo in “missione” con un contratto di lavoro in somministrazione che, secondo le previsioni del bando, non doveva avere una durata superiore a nove mesi. Come sappiamo è ben nota la carenza di personale sanitario nel nostro paese, tanto che non è stato raggiunto il numero di infermieri previsto dal bando. Nonostante questo, il personale sanitario selezionato e assunto dalle agenzie per il lavoro ha svolto con estrema professionalità il proprio compito.

Una situazione paradossale

Oggi, però, ci troviamo di fronte a una situazione drammatica e per certi aspetti paradossale. Stiamo avviando il piano per somministrare la terza dose del vaccino. E, nonostante l’occupazione delle terapie intensive sia ancora sotto controllo, i numeri dei contagi aumentano quotidianamente.

Inoltre siamo a ridosso delle festività natalizie, che inevitabilmente produrranno un incremento delle occasioni in cui rischieremo di poter essere contagiati. Nessuno, a partire dalle istituzioni fino ai cittadini, le imprese e i lavoratori, può permettersi nuove forme di lockdown. Pertanto la macchina organizzativa deve funzionare velocemente e senza intoppi.

In questo contesto i contratti dei lavoratori somministrati sono in scadenza anzi, dall’inizio del mese di novembre, ne sono scaduti già diverse centinaia. Quasi 3.000 scadranno da qui a fine anno, con la conseguenza che mancherà il personale sanitario necessario per distribuire la terza dose del vaccino.

La proroga necessaria

Occorre pertanto che il Commissario straordinario proceda immediatamente alla proroga dei contratti di somministrazione per permettere alle Agenzie per il lavoro, a loro volta, di prorogare i contratti di lavoro di medici e infermieri. Il problema non riguarda la continuità lavorativa di queste persone perché molto probabilmente, con la domanda presente oggi sul mercato, pubblico e privato, i medici, ma soprattutto gli infermieri, troverebbero agevolmente una nuova occupazione.

Il rischio è che venga pregiudicata la continuità del servizio sanitario, perché questa non è una “macchina” che può spegnersi e riaccendersi a intermittenza. Se vengono disperse le professionalità necessarie per vaccinare la popolazione, ci vorranno settimane per reperire altro personale sanitario, con il conseguente rallentamento del Piano vaccini.

Non ci possiamo permettere niente di tutto questo. Non possiamo permetterci di indugiare perché non siamo ancora usciti dall’emergenza e i dati lo dimostrano. Per questo come FeLsa Cisl chiediamo da giorni la proroga dei contratti di somministrazione, per dare continuità ai lavoratori e per dare continuità a una attività che diversamente rischia seriamente di compromettere gli sforzi sin qui realizzati. Il tempo è già scaduto, serve un atto amministrativo concreto nel più breve tempo possibile.

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