L’orientamento della palla. È questo il mantra di Francesco Calzona, ct della Slovacchia che con la vittoria sull’Islanda per 4-2 si è qualificata per la terza volta consecutiva nella sua storia a un europeo. Un successo non casuale che lancia il tecnico calabrese nel panorama internazionale.

«In questa premessa spiegherò i motivi che mi hanno indotto a scegliere come argomento centrale della mia tesi un principio di difesa a mio avviso poco attuato nel calcio dei nostri giorni e che si fonda sull’orientamento sulla palla». Così scriveva in Allenare la linea difensiva a 4 con orientamento sulla palla, la relazione con cui è diventato allenatore professionista di prima categoria Uefa Pro.

Ne ha fatta di strada Calzona da Cessaniti, piccolo comune dell’entroterra vibonese, che ha giocato con l’Arezzo in Serie B, tre presenze in campionato e una in Coppa Italia, più conosciuto nell’aretino come centrocampista di Castiglionese, Subbiano, Dante, Quarata e Tegoleto. È stato proprio qui, in questa piccola realtà della Val di Chiana, che il suo destino si è intrecciato con quello di Maurizio Sarri, del quale è stato vice per una decina d’anni: da Avellino a Napoli.

Nella stagione 1999-2000 Calzona è ancora l’allenatore-giocatore del Tegoleto in Eccellenza, un rappresentante di caffè capì che la squadra aveva bisogno di un tecnico che potesse dedicargli più tempo e suggerì alla società Sarri, allora bancario. L’arrivo di “mister 33 schemi” porterà il club alla salvezza con 37 punti, e di lì a poco arriverà la chiamata della Sansovino, il primo scalino dell’ascesa di Maurizio da Figline con natali napoletani.

La sua parabola

Intanto Francesco Calzona, una volta smesso di giocare, inizia a fare l’allenatore nei dilettanti, prima con la Castiglionese, sua ex squadra, poi al Torrita, in provincia di Siena. Ma la svolta arriva nel 2007, quando Sarri lo chiama a fare il suo vice sulla panchina dell’Avellino, subito dopo l’esperienza dolceamara di Arezzo. Poi Verona, Perugia, Grosseto, Alessandria, Sorrento ed Empoli. Sono anni difficili per entrambi, anni di gavetta, nei quali Calzona prende appunti e impara.

Ed è ancora in Toscana che scatta qualcosa, perché alla seconda stagione sulla panchina dell’Empoli arriva la promozione in Serie A, dove la squadra del presidente Corsi si salva diventando la rivelazione del campionato.

Un altro passaggio decisivo è quello che porta i due amici allenatori a Napoli subito dopo, ereditando la squadra da Rafael Benítez . Dal punto di vista del gioco, sicuramente il capolavoro tattico e stilistico di Sarri, dove Calzona inizia a mettere del suo. L’invenzione di Dries Mertens come falso nove, per esempio, posizione che porterà il belga a segnare 113 reti in 295 partite. Sempre a Napoli farà la conoscenza di Marek Hamsik, in maglia azzurra fino al 2019. L’anno prima Sarri aveva accettato l’offerta del Chelsea per potersi misurare in Premier. È stato il momento della separazione consensuale tra i due amici, dopo quasi vent’anni di calcio condiviso. Ma per Calzona non è ancora quello di volare con le proprie ali.

Verso Bratislava

Resta fermo due anni, studia, si aggiorna, e poi accetta l’incarico di vice di Di Francesco a Cagliari, per poi tornare a Napoli nel 2021, dove aveva lasciato un ottimo ricordo come professionista, stavolta come secondo di Luciano Spalletti, con il quale costruisce la squadra che l’anno successivo vincerà lo scudetto. Scudetto del quale Calzona sente l’eco lontano da Bratislava, capitale della Slovacchia, dove è stato chiamato per guidare la nazionale. A mettere una parola buona è proprio Marek Hamsik: «Insegna calcio come pochi. È la persona giusta per far rivivere il nostro movimento, è stato determinante nel Napoli andato vicino allo scudetto e si applica in allenamento come poche volte ho visto fare in Italia».

L’esordio shock con l’Azerbaigian a Trnava, 1-2, non l’ha scoraggiato, e dopo quattro pareggi consecutivi è arrivata la prima vittoria, contro la Bosnia Erzegovina per 2-0 nel gruppo J di qualificazione a Euro 2024; dove si è qualificato con una giornata di anticipo dietro al Portogallo di Cristiano Ronaldo. Amante del 4-3-3, in nazionale ha saputo lavorare con i big come Skriniar, Kucka, Lobotka, e far crescere giovani come Suslov, ventunenne centrocampista del Verona. Come molti suoi coetanei, ha un’idea precisa di modulo ma sa adattare lo schema ai calciatori a disposizione. Fabrizio Ferrari, collega toscano, scopritore di Sarri e Alvini, ha suggerito al presidente De Laurentiis di prenderlo per il dopo Spalletti. Il Napoli ha guardato al passato con Mazzarri. Calzona, invece, con la sua Slovacchia è proiettato verso il futuro, ora Euro 2024, domani chissà.

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