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Per il 61 per cento degli italiani, «in assenza di interventi adeguati», il digitale aumenterà le disuguaglianze e sarà un fattore decisivo di povertà. Nadia Urbinati parte dal rapporto Censis e in particolare da un capitolo, che riguarda “il boom della povertà”.

Due milioni di famiglie italiane vivono in povertà assoluta, più del doppio rispetto a dieci anni fa. La crescita della povertà è legata prima di tutto alla diminuzione dell’occupazione e a pensioni insufficienti. La pandemia ha dato il colpo di grazia alla debolezza strutturale del sistema economico del paese. 

Ciò su cui la politologa Urbinati si sofferma è che una fonte di disagio sociale deriva dal rapporto con il digitale; risulta infatti penalizzante per larghe fasce di popolazione che non possiedono la materia prima. 

Il punto è allora che cosa sta facendo o vuole fare il governo Draghi per ridurre i divari. La questione che Nadia Urbinati solleva è questa: che la digitalizzazione che il nostro governo porta come fiore all’occhiello del Pnrr tiene fuori milioni di cittadini, lavoratori e studenti. 

Se ne preoccuperanno a Palazzo Chigi?

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