Quasi due mesi dopo le elezioni tedesche torna l’appuntamento con i Barbari. Il bilancio della prima stagione è positivo: quindici puntate e uno speciale di due ore in quattro episodi sulle elezioni del settembre scorso. Adesso si ricomincia. L’idea è sempre la stessa: raccontare la Germania e il rapporto con l’Italia, spesso complicato e difficile. E così iniziamo questa puntata con un evento berlinese degli ultimi giorni: l’Italian Film Festival Berlin.

La comunità italiana a Berlino è cresciuta sensibilmente negli ultimi anni e così la sua presenza nella capitale. È un fatto che si vede camminando per le strade, uscendo la sera tra locali, tra cui gli italiani raccolgono sempre più apprezzamento. Avevamo già toccato il tema con la professoressa Edith Pichler, con cui avevamo parlato proprio della comunità italiana in Germania: un argomento che in questa nuova stagione vogliamo esplorare e provare a capire.

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Il festival è arrivato ormai alla sua ottava stagione. «L’idea era quella di organizzare un evento che portasse a Berlino i film italiani proponendo una selezione di generalmente circa dieci film usciti nelle sale in Italia nell’ultimo anno e contribuendo così a una vetrina del nostro cinema in Germania» spiega Mauro Morucci, direttore organizzativo dell’evento.

«Un festival non è certamente un’idea originale. Ma diversi anni fa ci siamo resi conto che a Berlino c’erano tante iniziative meritorie sul cinema italiano, ma un festival vero e proprio mancava. Dopo otto anni possiamo dire, anche in considerazione della partecipazione del pubblico e dell'interesse delle istituzioni locali, che si è trattato di un'intuizione corretta», prosegue Morucci. Da quest’anno c’è l’idea di andare oltre il solo festival del cinema e promuovere una rassegna più lunga, dedicata alla cultura italiana in senso lato: ad esempio, ci sono state due mostre fotografiche a partire dalla metà di ottobre.

Si tratta di un’iniziativa che segnala la vitalità della comunità nella capitale tedesca: non va dimenticato, infatti, che nel corso degli ultimi dieci anni il numero di italiani presenti nella capitale tedesca è più che raddoppiato. È un gruppo che, dunque, va analizzato e compreso sempre tenendo presente quello che raccontava la professoressa Pichler: il rischio è che le comunità nazionali, sfruttando anche le possibilità offerte dai social network, si chiudano in se stesse, in bolle che non parlano con le altre comunità, a partire da quella tedesca. L’idea del festival del cinema è proprio andare in direzione contraria a questa prospettiva.


 

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