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A Roma vince Gualtieri, a Torino Lo Russo, per il centrosinistra e per il Pd a guida Enrico Letta i ballottaggi delle amministrative sono un successo. Che porterà a quali conseguenze? Ovviamente in questa edizione trovate i fatti, le analisi, i commenti. L’editoriale del direttore Stefano Feltri mette in guardia su un fattore: l’astensione. Rimane questo, a suo dire, l’unico vero avversario ormai per i dem. Adesso tutto è possibile, scrive Feltri. Sì, perché questi risultati cambiano drasticamente un panorama politico che fino a poche settimane fa pareva dominato dall’ascesa inarrestabile delle destre sovraniste, con il centrosinistra Pd-Cinque stelle rassegnato a limitare i danni. Il centrosinistra ha vinto le elezioni, senza dubbio. O meglio, le ha vinte il Pd di Enrico Letta che ha tenuto agganciato il Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte. A questo punto - e qui veniamo all’altro pezzo di prima pagina, a firma Daniela Preziosi - a questo punto si potrebbe pensare che Letta voglia capitalizzare il trionfo e andare al voto. 

Invece, il segretario subito chiarisce che non ha intenzione di andare al voto anticipato, che questo sarà da intendersi come un successo che rafforza il governo Draghi. E si concentra così sulla scelta delicata del futuro inquilino del Quirinale.

Se la politica vi appassiona anche fuori dalle nostre città, allora questo numero del giornale fa decisamente per voi, trovate le elezioni appena trascorse - quelle irachene - e quelle che verranno, nell’Ungheria di Orbán che ormai però non è così certo del proprio potere. Io vi racconto proprio chi è l’uomo che sfiderà Viktor Orbán alle elezioni di aprile: sì, l’opposizione unita ha scelto il suo leader, o meglio lo hanno scelto gli ungheresi con le prime primarie nazionali del paese. E chi ne esce vittorioso, cioè Péter Márki-Zay, così si chiama lui, bè… riserva molte sorprese.

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