Oggi su Domani è il podcast serale del quotidiano Domani. Una pillola di pochi minuti per darvi subito un assaggio della prossima edizione, che sarà disponibile in edicola il giorno dopo e già dopo cena per gli abbonati digitali. Per ascoltare le altre puntate, man mano che verranno pubblicate, potete cliccare qui. Trovate questo podcast anche su Spotify Spreaker, Google, Apple podcast. Potete ascoltare “Oggi su Domani” anche su Alexa e con l’assistente vocale di Google.

La prima pagina di Ferdinando Cotugno da Glasgow rivela in un certo senso l’importanza di voi lettori, perché, dice il collega, il successo di una macchina negoziale grande e complessa come una conferenza sul clima è direttamente proporzionale alla pressione della società civile. La dinamica della Cop26 è costruita per essere influenzata da tutto quello che succede intorno, nell'opinione pubblica, nelle piazze, nelle organizzazioni, sui media. Ne abbiamo visto un piccolo assaggio con la decisione dell'Italia di entrare a far parte della coalizione di paesi che smetteranno di finanziare con soldi pubblici trivelle e oleodotti all'estero. Fino alla mattina dell'accordo l'Italia era fuori, in un altro tipo di contesto sarebbe rimasta fuori, ha deciso di entrare nel club dei virtuosi all’ultimo secondo non solo per evitare l'incidente diplomatico col Regno Unito, ma anche perché la pressione pubblica di organizzazioni e attivisti ha reso più conveniente fare la cosa giusta che non farla. Dopo la decisione, che è indubbiamente una delle grandi vittorie dell'ambientalismo italiano, le principali organizzazioni hanno subito chiesto che i sussidi ambientalmente dannosi venissero eliminati anche in Italia. È un pressing necessario.

Dopo il successo della firma dell'accordo di Parigi, a vigilare non c'erano movimenti per il clima forti come quelli di oggi, quindi non c'era sufficiente attenzione nei media e nell'opinione pubblica, e così in quel caso è stato più conveniente evadere dagli impegni che rispettarli. È sull'onda di quella delusione che nascono i Fridays for Future, che si sono dati l’alto compito politico di essere sempre scontenti. La denuncia del Bla bla bla può essere frustrante per un leader politico, ma è necessaria per tenere alta l'attenzione delle persone e per non lasciare spazio di evasione ai governi. 

© Riproduzione riservata