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Le indagini confermano ciò che purtroppo questo giornale, e il collega Nello Trocchia, denunciano da mesi, e cioè la brutalità del pestaggio di stato compiuto in carcere a Santa Maria Capua Vetere. 

La procura della repubblica ha chiuso le indagini sull'orribile mattanza compiuta nel carcere Francesco Uccella, il 6 aprile 2020, dagli agenti della polizia penitenziaria, coperti e sostenuti dall'intera catena di comando. Sono coinvolte 120 persone che rispondono a vario titolo di tortura pluriaggravata, abuso di autorità, frode processuale, falso in atto pubblico, depistaggio, calunnia… In quel pestaggio di stato un detenuto algerino di 27 anni, Lamine Hakimi è morto dopo le botte, le violenze subite e un duro e ingiustificato regime di isolamento.

L'indagine si avvia rapida verso il processo e mette sotto accusa l'intera catena di comando, come ci racconta Nello Trocchia. Le istituzioni avevano risposto con il silenzio e con la menzogna nonostante l'esposto del garante dei detenuti, le denunce di Antigone, le inchieste di Domani. L'ex ministro dell'Interno e leader leghista Matteo Salvini aveva difeso gli agenti spiegando che non potevano certo rispondere con le 'margherite' alle violenze contro gli agenti stessi - violenze che però non c'erano mai state. Mentre c’è stata invece la violenza di stato.

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