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Lo spettro dei 101 di Romano Prodi sulla strada di Draghi verso il Colle. Ne scrive Daniela Preziosi, che dice: Meloni e Salvini gratificano Berlusconi e fingono di credere alla favola della sua candidatura al Quirinale. Ma non è una cosa seria. Lo stesso Berlusconi ci scherza su con i giornalisti. Come lui anche altri puntano a convincere Draghi a restare a palazzo Chigi. Lo fa Pier Luigi Bersani nella coda di un’intervista: “Attenzione a non combinare disastri”, dice. “Se Salvini vuol fare cadere Draghi, vada in parlamento e lo sfiduci. Ma non usi le istituzioni per le sue pensate”. L’ex segretario del Pd nomina l’innominabile, e cioè lo spauracchio che i deputati e i senatori agitano nell’aria bisbigliando all’orecchio dei cronisti: l’ipotesi di un doppio gioco sulla candidatura di Draghi al Colle. Bersani lo attribuisce al leader della Lega. Draghi potrebbe finire in un remake del film dei 101 voti segreti che il 19 aprile del 2013 mancarono a Romano Prodi per salire al Quirinale. Nota Preziosi che non arrivarono dal Pd. «I 101 - scrive Prodi stesso nel suo ultimo libro - non furono 101. Ma almeno 118 o 120». 

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